TORINO L’Operazione Panamera, condotta dalla Distrettuale Antimafia di Torino, si è conclusa all’esito del ricorso in Cassazione con l’assoluzione piena di Domenico Gioffrè e l’esclusione dell’aggravante mafiosa, per il fratello Francesco.
La sesta sezione della Corte di Cassazione, accogliendo senza rinvio i ricorsi presentati dagli avvocati Antonino Napoli e Giuseppe Germanò, ha annullato per Domenico Gioffrè la condanna della Corte di Appello di Torino relativa all’estorsione ai danni di Ivan Cozza e per Francesco Gioffrè ne ha escluso, per la stessa contestazione, l’aggravante mafiosa.
I due fratelli erano stati attinti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Torino dottor Alfredo Toppino su richiesta del pubblico ministero della Distrettuale Antimafia dottoressa Monica Abbatecola, in quanto accusati – a vario titolo – di associazione a delinquere di stampo mafioso, tentati omicidi, lesioni personali, estorsioni, danneggiamenti, traffico di droga, porto e detenzione di armi ed altro, tutti delitti aggravati dal metodo mafioso.
Domenico Gioffrè, in particolare, è stato accusato di ben undici capi di imputazione e, prima della sua assoluzione, ha dovuto subire ben quattro anni di carcerazione preventiva mentre il fratello Francesco era stato accusato di ben ventuno capi di imputazione ed ha subito quattro anni e 4 mesi di presofferto.
I Gioffrè, di origine calabrese, si sono trasferiti da anni da Amato di Taurianova a Chivasso in provincia di Torino, sono legati da vincoli di parentela con i Gioffrè di Seminara, essendo i nipoti del defunto Vincenzo Domenico, detto “Ringo”, e cugini dei Gioffrè imputati nel processo Artemisia.
Già nelle precedenti fasi del processo, che si è tenuto con il rito abbreviato, i giudici avevano accolto le argomentazioni degli avvocati Napoli e Germanò, ed avevano escluso il delitto di associazione mafiosa ed avevano assolto i due fratelli da numerosissimi gravi reati. Per giungere all’odierno esito si sono dovuti celebrare ben due processi in Cassazione in quanto un primo annullamento aveva visto, invece, la Corte d’Appello di Torino confermare la precedente sentenza.
La Corte di Appello, per i rimaneggiati reati, aveva condannato Francesco Gioffrè a 4 anni e 10 mesi e Domenico Gioffrè a 4 anni. All’esito dell’ennesimo ricorso degli avvocati Napoli e Germanò la sesta sezione ha annullato senza rinvio nei confronti di Gioffrè Domenico, per non aver commesso il fatto, ed ha annullato senza rinvio nei confronti di Gioffrè Francesco in relazione all’aggravante dell’art. 7 L. 203 del 1991, contestata al capo relativo all’estorsione di Ivan Cozza, rinviando per la determinazione della pena nei confronti di Gioffrè Francesco ad altra sezione della Corte di Appello di Torino.
x
x