RENDE Il day after è ancora intriso di polemiche e veleni. L’approvazione del Psc da parte della maggioranza del Comune di Rende fa discutere. «E’ successo un fatto veramente grave, non sarebbe accaduto nemmeno in un comune del più sperduto Stato dei Paesi del terzo mondo, dove ci sono i dittatori che menano le danze». E’ durissimo nella sua analisi, Sandro Principe, ex sindaco di Rende e oggi consigliere comunale di minoranza. Oggetto delle critiche è l’approvazione «frettolosa» dei colleghi della maggioranza del Psc. Il Piano Strutturale Comunale rappresenta lo strumento di pianificazione urbanistica che delinea l’identità culturale, determina le scelte strategiche di sviluppo e tutela l’integrità fisica ed ambientale. Insomma, un atto che segna in maniera decisiva il percorso futuro del comune. Quanto accaduto ieri, a Rende, ha spinto la minoranza ad una eclatante azione di protesta. Mimmo Talarico e altri consiglieri si sono presentati dinanzi la sede della Prefettura di Cosenza per rappresentare alla prefetta Vittoria Ciaramella, i dettagli di un «blitz» compiuto dalla maggioranza. «Nessuna relazione di presentazione del Psc, nessun intervento, hanno saltato per la fretta finanche il consueto inno nazionale di inizio lavori». Questo il commento di Talarico.
Durissimo l’affondo del consigliere Massimiliano De Rose, che non risparmia una aspra critica alla sindaca reggente Marta Petrusewicz: «A Rende, dove il Comune è parte offesa nell’imminente processo “Reset“, non si può parlare di criminalità e nel Consiglio di ieri si è impedito il dibattito sulla partecipazione o meno dell’Ente all’imminente processo (che inizia il 9 giugno nell’aula bunker di Lamezia), nonostante un apposito ordine del giorno legittimamente proposto prima del consiglio dal sottoscritto. In compenso, però, la Sindaca vicaria, era elegantissima. Una gran bella figura, complimenti davvero. La città intera è orgogliosa del suo tailleur». Tornando alla protesta di ieri, Sandro Principe stordito come gli altri colleghi dal “blitz” inatteso e inaspettato ha bollato l’approvazione del Psc come «una grandissima porcheria». Tutto accade, in attesa della pronuncia del Ministero sull’eventuale scioglimento del comune per presunte infiltrazioni della criminalità organizzata. Rende continua a vivere sospeso come in un limbo, come avevamo raccontato in un nostro articolo qualche giorno fa (leggi qui). (f.b.)
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