COSENZA In attesa di conoscere la data di fissazione dell’udienza al Riesame, sono state rese note le motivazioni che hanno convinto la Corte di Cassazione ad annullare, con rinvio, l’ordinanza emessa nei confronti di Denny Romano: 32enne cosentino coinvolto nell’inchiesta della Dda di Catanzaro denominata “Reset“. Difeso dagli avvocati Antonio Quintieri e Matteo Cristiani, l’indagato è considerato elemento trasversale a tutti i gruppi della mala cosentina confederati e facenti parte del “Sistema Cosenza”.
Come si legge nella motivazione degli Ermellini, «sono pervenuti motivi nuovi nell’interesse del ricorrente (…) ritenuto – secondo il collaboratore di giustizia Luca Pellicori – responsabile di due gravi episodi intimidazione con armi da fuoco e materiali esplodenti risalenti al 2014 e marzo/aprile 2015». Non solo. Era stato anche un altro pentito, Francesco Noblea, a riferire circa i presunti fatti illeciti commessi da Romano. Anche in questo caso «le dichiarazioni del collaboratore (…) sarebbero inattendibili perché avrebbe riferito dell’acquisto di ben 7 Kalashnikov, compiuto tra il 2013 e 2014», periodo in cui Denny Romano era ristretto in carcere e dunque impossibilitato a compiere il presunto reato. Secondo gli Emrellini, «il tribunale di Catanzaro ha soffermato la sua attenzione sulla presenza delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia (…) omettendo però di svolgere compiutamente il giudizio preliminare sulla loro attendibilità intrinseca ed estrinseca».(f.b.)
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