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Inchiesta sul naufragio di Cutro, tre indagati nella Guardia di Finanza – NOMI

Nel decreto di perquisizione: «La vedetta era all’interno del porto di Crotone». Presunte anomalie nel giornale di bordo della motovedetta

Pubblicato il: 01/06/2023 – 20:28
Inchiesta sul naufragio di Cutro, tre indagati nella Guardia di Finanza – NOMI

ROMA Tre mesi dopo il naufragio di Cutro l’inchiesta della Procura di Crotone fa un salto di qualità e delinea le prime presunte responsabilità. Gli indagati al momento sono tre: Alberto Lippolis, 48 anni, tenente colonnello e comandante del Roan (Reparto operativo aeronavale) della Guardia di finanza di Vibo Valentia, Antonino Lopresti, 52 anni, luogotenente dello stesso reparto, e Nicolino Vardaro, 49 anni, sempre delle Fiamme gialle e in servizio come comandante del Gruppo aeronavale di Taranto.
Le indicazioni emergono dal decreto che ha disposto le perquisizioni eseguite oggi. Sono state sei, in altrettante sedi della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera. L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo in conseguenza di altro reato, quello di omissione di soccorso, per i tre militari in servizio la notte tra il 25 e il 26 febbraio al reparto aeronavale di stanza a Vibo Valentia, quello che prese l’iniziativa dell’operazione dopo aver ricevuto il dispaccio di Frontex che segnalava la presenza di un caicco, verosimilmente carico di migranti, poi naufragato all’alba del giorno dopo a Cutro. Inizialmente si era parlato di operazioni anche nelle sedi di Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, che però il procuratore Giuseppe Capoccia nel pomeriggio ha smentito. Non è chiaro se vi siano indagati anche in Frontex e nella Guardia costiera.

La telefonata nel decreto di perquisizione

«Rilevato che nella telefonata intercorsa alle ore 23:49 tra l’operatore del Roan della Guardia di Finanza di Vibo Valentia e il capo turno della sala operativa della Guardia Costiera, registrata sul server del Mrsc di Reggio Calabria, l’operatore del Roan, su indicazione dell’Otc di turno, notiziava l’operatore della CP dell’impego della “vedetta 5006”; in tale conversazione l’operatore della CP riferiva che, sebbene in quel momento non era presente alcuna loro imbarcazione in mare, avrebbe potuto allertare una unità dispiegata presso l’Ucg di Crotone o, in alternativa, presso l’Ucg di Roccella Ionica, ricevendo rassicurazioni da parte dell’operatore della Guardia di Finanza; rilevato che, nonostante quanto riferito alla sala operativa della CP e attestato dall’Otc di turno «dall’annotazione redatta del comandante della vedetta ‘V.5006’, emergeva che la predetta imbarcazione, in quei momenti, lungi dall’essere in navigazione alla ricerca del target, si trovava, in realtà, all’interno del porto di Crotone».
È uno dei passaggi principali del decreto di perquisizione personale, locale, informatica e contestuale sequestro disposto dalla procura di Crotone nell’ambito dell’indagine sul naufragio del caicco a Cutro avvenuto nella notte fra il 25 e 26 febbraio scorso che è costato la vita a 94 persone (una trentina i dispersi).

Le anomalie nel giornale di bordo della motovedetta

«Le modalità di redazione del “Giornale di Chiesuola” inducono a ritenere che le circostanze presenti alle pagine 37, 38, 39 e 40, verificatesi in momenti antecedenti al disastro, quindi in una situazione non di emergenza, siano state annotate successivamente ai fatti», scrive poi il procuratore di Crotone Giuseppe Capoccia nel decreto, riferendosi alle annotazioni sul giornale di bordo della motovedetta V50006 della Gdf. Il documento, infatti, rilevano i pm, «risulta composto di n. 6 (sei) facciate e presenta delle significative anomalie atteso che i fogli non presentano numerazione progressiva».

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