CATANZARO «Dal 2006 è infermiera al Pugliese e, dal 2017, assegnata al blocco operatorio/servizio sterilizzazione, nonché assistente del direttore dell’esecuzione del contratto. Nonostante la dedizione al lavoro – per come si legge negli atti e nella nota inviata dall’avvocato Francesco Pitaro –, la lavoratrice “ha subito e subisce atti di emarginazione lavorativa, mobbizzanti e ostruzionistici che non solo le impediscono di crescere professionalmente ma che stanno procurando alla stessa ingiusti danni morali, biologici e professionali”». Tutto ciò nonostante l’esistenza «di atti e determine adottati dall’Azienda che hanno attribuito e confermato alla lavoratrice il ruolo di assistente dec». Per tale ragione la lavoratrice ha con un primo atto del 29 maggio scorso diffidato l’Azienda ospedaliera universitaria “Renato Dulbecco”, in persona del legale rappresentante pro tempore, a volere far immediatamente cessare ogni atteggiamento ostruzionistico, vessatorio e mobbizzante nei confronti della incolpevole lavoratrice permettendo a quest’ultima di poter svolgere serenamente la propria attività lavorativa nonché di fatto e sostanzialmente il ruolo di assistente dec formalmente attribuitole. Con riserva, in caso di atteggiamento omissivo da parte dell’Azienda datrice di lavoro, di svolgere ogni azione, anche giudiziaria, sia in sede civile che in sede penale, al fine di ottenere la tutela della propria posizione, dignità di lavoratrice e il blocco di ogni ingiustificato atteggiamento vessatorio e mobbizzante nei propri confronti con contestuale richiesta di risarcimento dei danni». Tuttavia, improvvisamente, la lavoratrice è finanche scomparsa, senza che le sia stato notificato alcunché, dai turni elaborati relativi al mese di giugno 2023. Da qui l’ulteriore atto con cui la lavoratrice ha diffidato l’Azienda ospedaliera universitaria, in persona del legale rappresentante pro tempore:
1) a voler immediatamente inserire nella turnazione del mese di giugno l’istante lavoratrice al fine di permettere alla stessa di poter continuare a lavorare nel servizio al quale è formalmente e sostanzialmente ad oggi assegnata;
2) a volere far immediatamente cessare ogni atteggiamento ostruzionistico, vessatorio e mobbizzante nei confronti della incolpevole lavoratrice permettendo a quest’ultima di poter svolgere serenamente la propria attività lavorativa nonché di fatto e sostanzialmente il ruolo di assistente dec formalmente attribuitole. Con riserva, in caso di atteggiamento omissivo da parte dell’Azienda datrice di lavoro, di svolgere ogni azione, anche giudiziaria, sia in sede civile che in sede penale, al fine di ottenere la tutela della propria posizione e dignità di lavoratrice e il blocco di ogni ingiustificato atteggiamento vessatorio e mobbizzante nei propri confronti con contestuale richiesta di risarcimento dei danni. Con riserva di denunciare tutti i fatti sopra esposti all’Ispettorato del Lavoro, al Commissario ad acta per la Sanità in Calabria, al Ministero della Salute, al Prefetto di Catanzaro e a tutti gli altri organi ed enti che possano ripristinare la legalità e permettere ad una lavoratrice di lavorare in serenità senza subire ingiustificati e lesivi atti di sopruso e di arroganza e mobbizzanti e vessatori, applicando, conseguentemente, sanzioni e provvedimenti nei confronti dei soggetti responsabili».
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