ROMA «La decisione del ministro Nordio» sul caso Uss «ha suscitato sconcerto, disorientamento e forte preoccupazione tra i magistrati. Il nostro timore è che l’azione disciplinare contro i colleghi possa costituire un precedente pericoloso perché non è stato rispettato il limite invalicabile che impedisce al titolare dell’azione disciplinare, cioè il Guardasigilli, di sindacare il merito delle decisioni dei giudici. Su questo confine si misura l’indipendenza effettiva dei tribunali e delle corti». Lo dice in una intervista a La Repubblica il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia. «Sciopero? Noi siamo già in stato di agitazione da due settimane, perché un’assemblea come questa non s’improvvisa e i colleghi stanno discutendo nelle singole realtà». La prossima assemblea dell’Anm, convocata per l’11 giugno, «è sovrana, nessuno può, neppure io, anticiparne qui le decisioni, ma se vado col pensiero alle assemblee che già ci sono state, in particolare quella di Milano, prendo atto che il livello di preoccupazione è davvero molto alto. L’assemblea di Napoli non lo ha escluso». Tra le preoccupazioni, il tema delle intercettazioni. «Non comprendo l’ipotesi di non trascrivere i riferimenti che chi sta al telefono fa nei confronti di una terza persona. Se quelle parole possono costituire una possibile prova non le si può buttare via. Se prova non sono invece, il sistema in vigore già prevede che siano scartate», conclude.
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