COSENZA L’inchiesta della Dda di Catanzaro sulle ramificazioni all’estero dei clan della Sibaritide è partita nel 2020. Un’investigazione avolta dalla “Squadra Investigativa Comune” (Sic) costituita con gli appartenenti al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/Gico della Guardia di Finanza di Catanzaro, le Forze di polizia di Germania (Polizeipräsidium di Francoforte sul Meno) e Belgio (Polizia Giudiziaria Federale di Liegi), con le rispettive autorità giudiziarie, e l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale (Eurojust), con i membri italiano, tedesco e belga, e con il supporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (Dcsa) e dell’Ufficio Europeo di Polizia (Europol).
La misura cautelare è stata eseguita in Calabria, Germania e Spagna, con l’impiego di oltre 200 finanzieri e con l’ausilio di unità Antiterrorismo e Pronto Impiego, unità cinofile antidroga e della componente aerea della Guardia di Finanza. Contestualmente l’autorità giudiziaria belga ha disposto l’arresto di 9 persone. Le investigazioni si sono sviluppate attraverso attività di indagine di tipo tradizionale, consistente in servizi di osservazione e pedinamento, oltre che attività tecniche con intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, sia sul territorio nazionale che in Germania, nonché l’analisi dei risultati dei sistemi di comunicazione criptata utilizzati dagli indagati.
Fondamentale nell’ambito delle investigazioni sono stati gli strumenti della cooperazione internazionale sviluppata, mediante la preziosa opera della rappresentanza Italiana ad Eurojust, attraverso l’istituzione della Squadra Investigativa Comune, valido strumento di collaborazione tra le Autorità Giudiziarie e le Forze di Polizia, dei vari paesi dell’unione che vi partecipano, che consente, tra l’altro, la partecipazione agli atti investigativi svolti in tutte le giurisdizioni interessate e l’utilizzo diretto dei risultati investigativi in tutti i procedimenti penali instaurati dai vari Stati.
L’investigazione e l’esecuzione odierna delle misure cautelari sono stati supportati dalla Rete “@ON” finanziata dall’UE (Progetto “ISF4@ON” con Project Leader la Direzione Investigativa Antimafia), e dal progetto “I-Can” (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), avviato nel 2020 sotto l’egida di Interpol, che agevola rapidi scambi di informazioni e il coordinamento di operazioni internazionali per il sequestro di asset finanziari ed economici ovvero per localizzare e i soggetti attinti da misure cautelari.
Gli esiti degli articolati e complessi approfondimenti investigativi, accolti nella ordinanza cautelare, hanno consentito di delineare, sul piano cautelare (nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa), la gravità indiziaria circa l’operatività di un’associazione, dedita al traffico di sostanza stupefacente, con base operativa in provincia di Cosenza (Cassano allo Jonio, Corigliano Calabro e la Sibaritide), ramificata anche in Germania, attraverso l’organizzazione di importazioni di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente del tipo cocaina, eroina e hashish.
Contestualmente alle misure cautelari personali, i militari della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione al provvedimento con il quale il gp ha disposto il sequestro di società, ditte individuali, fabbricati, terreni, autoveicoli e motoveicoli, per un valore complessivo di 3,8 milioni di euro, ritenuto sproporzionato rispetto ai redditi e alle attività economiche svolte da alcuni degli indagati. La gravità indiziaria acquisita a livello cautelare ha riguardato, altresì, la struttura e il modus operandi di un’altra associazione radicata in Corigliano-Rossano, finalizzata al traffico, sul territorio, di sostanze stupefacente, in particolare del tipo marijuana e hashish.
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