REGGIO CALABRIA Potrebbero presto avere un nome ed un volto i presunti responsabili del rogo appiccato all’ingresso dello studio legale della sindaca di Villa San Giovanni Giusy Caminiti. Due ignoti in azione sono stati ripresi dalle telecamere di videosorveglianza. È quanto si è appreso in merito all’indagine, coordinata dalla Procura di Reggio Calabria, sull’intimidazione consumata sabato sera ai danni della porta d’ingresso dello studio professionale dell’amministratrice locale. Dai filmati che in queste ore i carabinieri stanno visionando, infatti, si vede un’auto di colore chiaro, con a bordo almeno due persone, avvicinarsi al portone dello studio legale.
Dal lato passeggero è sceso un uomo con il volto parzialmente coperto e in mano una sorta di secchio giallo simile a quello utilizzato dai muratori. Lo stesso si è poi abbassato davanti all’ingresso dello stabile per posizionare la benzina e ha appiccato il fuoco. Le telecamere di videosorveglianza hanno registrato la fiammata e la fuga dei due soggetti a bordo della stessa auto. I carabinieri hanno sequestrato non solo le telecamere di via Umberto I, ma anche quelle delle strade vicine nel tentativo di individuare la targa del mezzo o elementi utili a identificare i due soggetti. Il principio di incendio, fortunatamente, non ha provocato molti danni perché segnalato quasi nell’immediatezza da un passante che si trovava nella zona con il proprio cane.
«Mi sento un po’ ammaccata ma sono anche molto serena». Giusy Caminiti, sindaco di Villa San Giovanni parla all’indomani dell’incendio del portone del suo studio legale. Un commento che arriva dopo la riunione di maggioranza convocata per discutere dell’intimidazione subita in via Umberto I. «Non c’è dubbio che il gesto è fatto al sindaco e non all’avvocato Caminiti – aggiunge – io lì non faccio attività professionale da oltre due anni. Quello è rimasto il mio studio personale nella casa di famiglia. L’amministrazione ovviamente è compatta e prosegue senza alcun tentennamento sulla strada che abbiamo tracciato ormai un anno fa. Noi abbiamo detto che si cambia passo, si cambia il metodo e che avremmo fatto tutto con correttezza, con trasparenza nella massima partecipazione della città e questo continuerà ad essere. Chiaramente non molliamo, non indietreggiamo e siamo molto fiduciosi nell’operato delle forze dell’ordine. Sentiamo la presenza del prefetto che ieri ci ha chiamato e ci ha assicurato la presenza del governo e l’attenzione del ministro dell’Interno Piantedosi».
Sulle ragioni del gesto, la sindaca non ha dubbi. «Non ci sono state – sostiene – azioni amministrative eclatanti. Certo abbiamo cambiato il metodo e c’è stata qualche rescissione contrattuale più pesante. C’è stato qualche sgombero, questo sì. Credo che l’intimidazione sia un segnale di presenza. Come se ci abbiano voluto dire “guardate che però noi qua siamo”. Io ho quest’idea, dopo di ché aspettiamo di capire nei prossimi giorni cosa emergerà dal prosieguo dell’indagine. Ovviamente non sto pensando alle dimissioni. Né io né nessuno dei dodici amministratori che con me condividono questo percorso. Siamo tutti ancora più motivati e ieri ci siamo detti che continuiamo a testa alta e sempre con il cuore in mano come abbiamo fatto dall’inizio, da quando ci siamo candidati. Ci auguriamo quello che dice don Italo Calabrò: “Camminando si segna il cammino”».
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