Alla fine è successo. La diga di Kakhovka, che russi e ucraini si sono accusati per mesi di voler abbattere, è saltata in aria e l’acqua contenuta in un bacino lungo 240 chilometri che separa le forze dei due schieramenti ha cominciato a riversarsi a valle inondando decine di villaggi. La distruzione della diga “non influenzerà e non cambia i piani della controffensiva”. Lo ha detto il presidente ucranino Volodymir Zelensky. “L’esplosione della diga non ha influito sulla capacità dell’Ucraina di liberare i propri territori”, ha detto il leader ucraino su Telegram dopo un incontro con il suo staff. “Lo stato di prontezza (delle truppe) è massimo”, ha aggiunto. “Esprimo a nome del Governo italiano grande vicinanza alle popolazioni ucraine colpite dal criminale danneggiamento della diga di Nova Kakhovka. L’Italia è con voi. Non ci rassegneremo mai a questo cinismo e a questo orrore”, afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“Stiamo cercando di ottenere più informazioni: non possiamo dire in in via definitiva cosa è accaduto alla diga”, afferma il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, sottolineando che gli Stati Uniti sono in contatto con le autorità ucraine. Nell’esplosione della diga in Ucraina ci sono probabilmente “numerosi morti”, afferma Kirby.
Kiev, appoggiata immediatamente dalla Nato, dalla Ue e dalla Germania, ha accusato la Russia, che controlla la centrale elettrica sulla diga, di avere compiuto l’attacco con lo scopo di fermare la controffensiva ucraina. Mosca nega e imputa l’azione a Kiev. Mentre il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres afferma che si tratta di “un’altra devastante conseguenza dell’invasione russa” ma ammette di non avere “informazioni indipendenti” per poter identificare il colpevole. Kiev ha subito chiesto, e ottenuto, una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Duro braccio di ferro al Palazzo di Vetro dell’Onu tra Ucraina e Russia, che alla riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza convocata in seguito alla distruzione della diga di Kakhovka, si accusano reciprocamente di terrorismo; mentre le Nazioni Unite avvertono che “la gravità di questo episodio sarà comprensibile nei prossimi giorni, ma è già chiaro che avrà conseguenze enormi per migliaia di persone”. “Questo è solo un singolo atto di terrorismo russo, ora la Russia è colpevole di brutale ecocidio”, ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, aggiungendo che “il mondo deve reagire” e “la Russia deve lasciare la terra ucraina”. La stessa accusa di “terrorismo” è stata rivolta all’Ucraina dal ministero degli Esteri russo, che ha chiesto alla comunità internazionale di “condannare l’atto criminale” di Kiev, affermando che il sabotaggio fa parte del piano delle autorità ucraine per la controffensiva da tempo annunciata. Da parte sua il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha attribuito a Kiev anche l’intenzione di privare di acqua la Crimea annessa alla Russia, che per il suo rifornimento idrico dipende in gran parte da un canale proveniente dalla diga.Secondo il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, il disastro sarebbe stato provocato da un’esplosione nella sala macchine della diga provocata da militari della 205ma Brigata motorizzata dell’esercito russo. Le autorità filorusse locali hanno invece parlato di un bombardamento con razzi compiuto dagli ucraini intorno alle 2 del mattino. Nelle ore successive gli ucraini hanno accusato i russi di aver compiuto nuovi bombardamenti di artiglieria su residenti che venivano evacuati e i russi hanno affermato che gli ucraini hanno colpito nuovamente la diga.
Kiev ha riferito che 24 villaggi sono stati allagati. In maggior parte si tratta di insediamenti lungo la riva orientale del Dnipro, controllata dai russi, situati ad un livello più basso rispetto a quelli sulla sponda occidentale, in mano agli ucraini. Le autorità filorusse parlano di circa 22.000 persone minacciate dall’inondazione. Ma il disastro rischia di distruggere gran parte del sistema di irrigazione agricolo della regione e della Crimea. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), invece, non dovrebbero esserci pericoli per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, più a monte, controllata dai russi. Anche se il bacino dovesse interamente prosciugarsi, infatti, l’impianto può attingere “per alcuni mesi” l’acqua per il raffreddamento dei reattori da una riserva separata.Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg ha subito parlato di “un atto oltraggioso che dimostra ancora una volta la brutalità della guerra della Russia in Ucraina”. E il presidente del Consiglio Ue Charles Michel ha denunciato “un crimine di guerra” di cui la Russia dovrà “pagare le conseguenze”. Anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha spiegato l’esplosione come “un’aggressione da parte della Russia per fermare l’offensiva dell’Ucraina”. Più prudente Londra. Il ministro degli Esteri James Cleverly, come Guterres, ha affermato che il disastro è un risultato dell’invasione russa, aggiungendo però che è “troppo presto per fare qualsiasi tipo di valutazione significativa sui dettagli” di quanto accaduto. Versioni contrastanti vengono date anche sulla presunta controffensiva ucraina, che secondo i russi è già cominciata da domenica, mentre Kiev mantiene in materia una posizione ambigua. Ieri, nel suo consueto discorso serale, Zelensky ha detto che stanno finalmente arrivando “le notizie che stavamo aspettando”, rivendicando in particolare successi sul campo intorno a Bakhmut. Per Mosca, invece, gli ultimi tre giorni sono stati un disastro per gli ucraini. Il ministero della Difesa russo parla infatti di 3.700 militari ucraini eliminati a partire da domenica insieme a 52 carri armati, compresi 8 Leopard forniti dai Paesi Nato, contro 71 uccisi, 210 feriti e 15 tank distrutti nelle fila russe. Sul territorio russo, tuttavia, continuano i pesanti bombardamenti contro il distretto di Shebekino, nella regione di Belgorod, mentre miliziani russi anti-governativi basati in Ucraina affermano di avere il controllo di alcuni villaggi della stessa regione.(Ansa)
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