CATANZARO «La stessa fesseria gli dobbiamo raccontare, Matte’. Questa è la versione, non ce ne sono altre». Giuseppe Giuliano, all’epoca commissario straordinario dell’Aou “Mater Domini” di Catanzaro, si rivolge così all’allora direttore sanitario dell’Azienda Matteo Galletta. La «fesseria», secondo i magistrati della Procura di Catanzaro, riguarderebbe il presidio ospedaliero “ex Villa Bianca”. Lì Giuliano e Galletta – secondo quanto risulta dalle indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Catanzaro – avrebbero comunicato «l’esistenza di 40 posti letto attivabile entro 48 ore, in realtà non esistenti, trovandosi i locali – pur appositamente liberati – in completo stato di abbandono». Non avrebbe funzionato «neppure la rete di erogazione dei gas medicali» e mancava il personale. Nei giorni dell’emergenza Covid i manager pensavano a evitare restrizioni troppo pesanti e, «nella piena consapevolezza della falsità dei dati» avrebbero agito «con l’accordo di dichiarare posti letto completamente inventati, il cui numero variava a seconda della richiesta formulata dall’organo politico».
Per dirla con i modi coloriti di Giuliano quando Galletta gli chiede se 22 posti posti vadano «messi» attivabile: «Sì, sì, mettili attivabile e devono fare in culo che mi hanno rotto le palle, questi stanno cercando di scivolarmi la zona rossa a me, capito?». Dall’agosto 2021 fino alla fine dell’emergenza Covid, il comportamento del management della struttura avrebbe indotto in errore la Regione nell’inserimento di «dati rilevanti in quanto concorrenti a determinare l’attribuzione del codice colore alle Regioni, previa integrazione con altri dati acquisiti dal dipartimento di Prevenzione quale l’incidenza settimanale dei contagi». Per Giuliano e Galletta i pm hanno chiesto l’applicazione della misura cautelare del divieto di dimora nella regione; il gip ha concesso la sospensione dall’esercizio di pubblici uffici per un anno. Fatto che – al netto di ricorsi da parte degli indagati – potrebbe avere conseguenze sulla gestione dell’Asp di Vibo Valentia, della quale Giuliano è commissario straordinario.
Per il giudice delle indagini preliminari Giuseppe De Salvatore, nella fase della pandemia, «Giuliano e Galletta (…) pur di assecondare le istanze provenienti da soggetti politici, hanno tenuto condotte non lineari favorendo la diffusione di dati falsi in grado di incidere sulla salute pubblica». Fatto che, in un arco di tempo non esiguo tra il 2021 e il 2022, «denota la tendenza a una gestione arbitrari del comparto sanitario in situazione di emergenza». La considerazione dà «concretezza quantomeno del pericolo di reiterazione fondata sul fatto che gli indagati potrebbero all’occorrenza reiterare condotte analoghe nell’ipotesi in cui continuino a ricoprire ruoli di vertice nell’ambito della Pubblica amministrazione».
Le conversazioni intercettate – altra valutazione del gip – «attestano una ferma accondiscendenza di Giuliano» nei confronti delle richieste giunte dai propri “superiori” «nonostante le oggettive problematiche riscontrate nella struttura che di fatto rendevano non praticabile l’ampliamento dei posti letto così come richiesta. Problematiche che, tuttavia, non hanno dissuaso Giuliano dal pubblicizzare il progetto anche attraverso organi di stampa». Quei 40 posti letto attivabili entro 48 ore erano, però, virtuali. Per deficit strutturali, carenza di personale, malfunzionamento dell’erogazione dei gas medicali, materiali e arredi insufficienti. “Dettagli” ignorati per «evitare uno spostamento della Regione in “zona rossa” e conseguenti pregiudizi sulle rispettive carriere». “Fesserie” che hanno messo nei guai i due manager. (p.petrasso@corrierecal.it)
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