REGGIO CALABRIA «Cento unità in meno tra il carcere Panzera e quello di Arghillà a Reggio Calabria, cinquanta in una struttura e cinquanta nell’altra». È il dato fornito dal direttore dell’istituto Giuseppe Carrà in occasione della visita del sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari (foto sopra) nella Casa circondariale “Giuseppe Panzera” con l’obiettivo di verificare le condizioni della struttura e fare il punto sulla carenza di organico che incide sul lavoro degli agenti penitenziari e sulla sicurezza negli edifici. «Ad Arghillà – ha spiegato Carrà – c’è una popolazione detenuta di 400 persone e quindi la carenza lì è ancora più forte proprio perché il rapporto numerico è praticamente il doppio».
«Oggi – ha detto Ostellari ai giornalisti a margine della visita – sono venuto qui in questo in questo istituto innanzitutto per capire anche che tipo di clima c’è, e devo dire, devo registrare un un buon clima, soprattutto all’interno». Sulla carenza di organico il sottosegretario alla Giustizia ha detto: «Ovviamente quello che stiamo facendo, a livello di attività di governo, è un chiaro procedimento di investimento in unità: quindi più donne, più uomini per la Polizia penitenziaria». Il sottosegretario alla Giustizia ha parlato di «importanti stanziamenti che hanno la finalità di aumentare la pianta organica di tutto il nostro complesso, degli istituti del Paese, anche la Calabria ovviamente sarà beneficiata da questa nostra azione perché in questo territorio la presenza dello Stato è fondamentale per tantissime ragioni».
Ostellari ha poi messo in rilievo l’importanza di «valorizzare lo strumento del lavoro all’interno del carcere». «Qui – ha detto parlando del Panzera – ci sono delle buone attività che si stanno portando avanti sulle quali si sta investendo, si può fare ancora di più, e lo dobbiamo fare proprio per rilanciare il nostro Paese. Il 98% delle persone che partecipano ad attività trattamentali e imparano qualche cosa all’interno delle nostre carceri, poi quando escono, escono anche dal circuito criminale. E questo è un beneficio in termini positivi per l’intera comunità, non solo di questo territorio, ma del nostro intero Paese».
Rispondendo alle domande dei giornalisti sulle criticità rispetto ai reparti di osservazione psichiatrica, l’esponente della Lega ha detto: «Quello sicuramente è un elemento problematico, che però non è solo legato al tema dell’amministrazione penitenziaria, quindi al tema giustizia, ma è legato anche al tema sanità, e quindi ogni regione deve farsi carico, ogni Asl deve farsi carico di questo problema, perché è assegnato a loro. Noi sicuramente non ci tireremo indietro, troveremo delle soluzioni e metteremo sul tavolo delle soluzioni assieme a quanti qui già stanno lavorando bene su questo fronte. Chiediamo che ci sia anche la Regione e che ci siano anche le Asl. Tutto il comparto ha bisogno di personale dedicato a questo particolare aspetto, le famose strutture psichiatriche devono e possono funzionare se hanno anche il comparto medico dedicato».
A parlare nello specifico delle problematiche dell’istituto penitenziario reggino è stato il direttore Giuseppe Carrà, che si è detto «felice della visita del sottosegretario perché dimostra la sensibilità del governo all’istituzione penitenziaria, in generale all’amministrazione penitenziaria, ma soprattutto all’istituto di Reggio Calabria che vive molteplici problematiche che hanno bisogno dell’attenzione a livello centrale e che oggi il sottosegretario ha potuto toccare con mano». Diversi i progetti portati avanti – come spiegato dal direttore – «i protocolli d’intesa con la Curia e l’università», ma anche molte criticità. La carenza di personale è una di queste, con 100 unità in meno rispetto a quanto realmente necessario tra il carcere di Arghillà e il Panzera. «Su Arghillà si è pronunciato anche il garante nazionale, perché ha evidenziato il fatto che non ci sia una caserma per gli agenti ormai da quando è stato costruito l’istituto, che è una cosa gravissima in quanto il personale, nonostante si prodighi in tutti i modi a sopperire ad ogni necessità dei detenuti, non ha un luogo dove passare il tempo libero o anche semplicemente dove riposare al termine del turno. Il sottosegretario su questo ha preso un grandissimo impegno perché è rimasto davvero allibito da questa cosa».
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