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inchiesta “gentleman 2”

Il viaggio della cocaina dalla Colombia alle discoteche della Sibaritide

I contatti del broker Cardamone con i “cartelli” a Cali, Cartagena e Medellin e l’incontro in Calabria con il proprietario di un locale notturno. La coca dal produttore ai consumatori

Pubblicato il: 09/06/2023 – 6:58
Il viaggio della cocaina dalla Colombia alle discoteche della Sibaritide

COSENZA Francoforte-Bogotà con scalo ad Amsterdam. E poi il ritorno per pianificare la distribuzione locale con il proprietario di una nota discoteca della Sibaritide. Ci sono i broker che si occupano soltanto della logistica e quelli che, invece, sono attivi lungo tutta la filiera. Claudio Cardamone – che, per la Dda di Catanzaro, cura gli interessi del clan Abbruzzese-Forastefano nel narcotraffico – appartiene alla seconda categoria. Come il manager di una multinazionale cerca sbocchi per i suoi traffici, nuove rotte, fornitori. Se il punto di riferimento per l’approvvigionamento degli stupefacenti è il Sudamerica, il broker che vive a Francoforte cerca «entrature in territorio africano, come possibile e alternativa zona di transito del carico». Un progetto per i magistrati «allo stadio embrionale» che appare, però, «perfettamente in linea con la tendenza individuata negli ultimi anni, ovverosia di servirsi per la ricezione e lo smistamento dello stupefacente dei paesi in via di sviluppo, come quello del continente africano, sfruttandone i più indulgenti controlli sulle importazioni». Nuovi crocevia nevralgici per la droga «che, attraverso la cosiddetta “rotta del Sahel”, viene movimentata via terra in direzione Nord Africa, e infine dirottata verso il continente europeo».

TRAFFICI | Le rotte della cocaina. Per la Dia l’Africa occidentale è diventata un hub per il narcotraffico

Dalle “cucine” colombiane ai luoghi dello sballo in Calabria

Cardamone è lo stesso presunto broker beccato a cena con il figlio di un ex presidente della Guinea Bissau a discutere di quelli che, per gli inquirenti, sarebbero traffici di droga. Il punto di partenza, però, è sempre la Colombia, dalla quale l’uomo raggiunge, attraverso «sistemi di comunicazione alternativi» i suoi contatti in Germania dopo gli incontri avvenuti con «gli esponenti del Cartello» individuati come fornitori.
Claudio “il Bello” avrebbe «incontrato diversi fornitori di stupefacente dislocati tra le città di Bogotà e Panama» e questi avrebbero «accettato la commessa proposta dal calabrese». Acquisto, logistica e distribuzione. Per quest’ultimo step emerge, nelle intercettazioni dell’inchiesta “Gentleman 2”, la figura di imprenditore, titolare di una discoteca della Sibaritide.

Questi sarebbe stato «interessato da Cardamone per la commercializzazione della sostanza stupefacente sul territorio calabrese, in considerazione dell’elevato numero di avventori che frequentano» il locale nel periodo estivo. In questo senso, per gli inquirenti sarebbe «sintomatico l’appuntamento avvenuto tra i due proprio all’indomani del ritorno in Calabria» del broker, «nel periodo in cui lo stesso si affaccendava per pianificare l’importazione dal Sudamerica, avendo ottenuto la fattibilità dell’operazione». Dal produttore a chi conosce il mercato dei consumatori. Cardamone si muove tra Cali, Cartagena e Medellin, poi rientra in Europa per comunicare ai soci «gli andamenti e le novità afferenti la fornitura di sostanze stupefacenti» e anche «per individuare nuovi e ulteriori finanziatori disposti a investire denaro, oltreché soggetti in grado di garantire uno “scalo sicuro”, da cui consentire il recupero del carico una volta che fosse giunto a destinazione». Un lavoro a tutto tondo, che porta Cardamone a farsi carico di tutti i passaggi della filiera: dalle “cucine” colombiane ai luoghi dello sballo nelle località turistiche calabresi. (ppp)

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