CATANZARO Timidamente l’agenda della politica regionale torna a riempirsi. Dopo il vuoto della scorsa settimana, in quella entrante a Palazzo Campanella il ritmo dell’attività istituzionale riprende con la convocazione di due commissioni, la terza Sanità e la quarta Ambiente e Territorio, entrambe in programma giovedì (e in calendario c’è anche una riunione della “misteriosa” Giunta delle elezioni mercoledì). Ordine del giorno delle due commissioni abbastanza di routine, quello che basta per riaccendere i motori di un Consiglio regionale che dopo lo sprint del primo anno di legislatura ora segue un cammino più compassato anche se certo non è fermo. Nel mirino comunque c’è anche la prossima seduta dell’Assemblea, la cui data sarà decisa – a quanto sembra – mercoledì in conferenza dei capigruppo anche se indicativamente si potrebbe tenere il 22 giugno, giusto un mese dopo l’ultima. Un lasso di tempo che secondo alcuni analisti comunque non sarebbe privo di risvolti politici nel campo della maggioranza di centrodestra.
Il 22 maggio infatti la coalizione si era “incartata” sul tema della fusione dei Comuni e in particolare sulla norma dell’ultima “Omnibus” che rende il parere dei Comuni consultivo e non vincolante, norma che sarebbe propedeutica alla discussione sulla proposta della “Grande Cosenza” dalla fusione con Rende e Castrolibero. Norma contestata dall’opposizione di centrosinistra, che vi ha visto un “colpo di mano” finalizzato alla fusione “coatta” degli enti locali, che in astratto adesso sarebbe nella piena e unilaterale disponibilità della Regione senza alcun coinvolgimento reale dei territori, ma norma criticata anche all’interno del centrodestra, segnatamente (su pressione del senatore Fausto Orsomarso) da Fratelli d’Italia, che l’ha votata “per spirito di maggioranza” chiedendo però un approfondimento, e dal consigliere del Misto Antonello Talerico. “Nulla di che”, si sono affettati a dire dal centrodestra, facendo veicolare la lettura di una partita tutta interna a Fratelli d’Italia, ma in realtà la posizione dei meloniani potrebbe essere stata un’avvisaglia. E del resto il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, probabilmente dopo aver fiutato l’aria, si è calato nei panni del “pompiere” accordando questo ulteriore approfondimento proprio per venire incontro alle esigenze di Fratelli d’Italia. A occhio e croce, comunque, la norma “oggetto del contendere” non dovrebbe essere rivista, anche se non mancano dubbi sulla sua linearità costituzionale. Il dato ovviamente non prefigura altro, comunque, che una fibrillazione nel centrodestra, i cui equilibri restano saldi anche se sul piano politico le prossime settimane saranno sotto stretta osservazione le dinamiche nazionali, soprattutto quelle nel campo di Forza Italia, dove il nuovo “corso” berlusconiano targato Marta Fascina – riferiscono i principali quotidiani – potrebbe produrre ulteriori cambiamenti che potrebbero riverberarsi anche sui territorio come la Calabria, realtà nella quale comunque farà valere il suo rilevante peso la leadership del governatore Roberto Occhiuto, sicuramente interessato a evitare scossoni interni. Si vedrà, in ogni caso, al momento non sembrano in vista, almeno fino al “fatidico” 2024 (anno delle Europee e del “tagliando” di metà legislatura alla Regione), particolari sconvolgimenti se non normali assestamenti nei partiti.
Ma in vista in Calabria potrebbe esserci qualche tensione nel centrodestra, che nel mirino ha messo la riforma del mercato del lavoro, con la centralità dei Centri per l’impiego e la trasformazione dell’Azienda Calabria Lavoro nell’agenzia Arpal, testo che verosimilmente sarà approvato, e senza problemi, nella seduta consigliare del 22 giugno. In arrivo poi anche la riforma dei Consorzi di Bonifica targata Occhiuto, con la creazione di un unico ente regionale e 11 distretti territoriali, ma qui il contesto appare meno tranquillo, non solo e non tanto per le opposizioni delle organizzazioni agricole, di alcuni sindacati e del Pd ma anche per le “resistenze” alla riforma che prevedibilmente arriveranno da settori dello stesso centrodestra e che già si sarebbero percepite nella pancia della coalizione di governo. (c. a.)
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