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la scomparsa del cavaliere

Il “lato oscuro” di Berlusconi, le inchieste (archiviate) per mafia

Diverse le accuse mosse al Cavaliere. La deposizione a Reggio in “Breakfast” e il suo nome evocato in “’Ndrangheta stragista”

Pubblicato il: 12/06/2023 – 21:26
Il “lato oscuro” di Berlusconi, le inchieste (archiviate) per mafia

”Mandante esterno” delle stragi di mafia. È probabilmente questa l’accusa che Silvio Berlusconi considerava più infamante. Un’accusa – ricorda l’Adnkronos – che gli è piovuta addosso più volte e da più procure. La procura di Firenze, ad esempio, stava ancora indagando sul Cav (e Marcello Dell’Utri) mandante esterno delle stragi del 1993. L’ultimo tassello riguardava la presunta foto in mano a Salvatore Baiardo, il favoreggiatore dei boss Graviano, in cui comparirebbero Silvio Berlusconi con il generale dei carabinieri Francesco Delfino e il boss di Brancaccio Giuseppe Graviano. I magistrati fiorentini, dopo la riapertura delle indagini nel 2017, cercavano conferme alle dichiarazioni di Graviano nel processo ”’Ndrangheta stragista” relative a una ‘scrittura privata’ che proverebbe la consegna di 20 miliardi di lire al Cav. da parte del boss di Brancaccio. La riapertura dell’inchiesta è avvenuta sulla base delle intercettazioni in carcere di Giuseppe Graviano, nell’ambito del processo sulla cosiddetta ”trattativa Stato-mafia”, in cui il boss, conversando con il camorrista Umberto Adinolfi, aveva parlato di una ”cortesia” (piazzare le bombe a Firenze, Roma e Milano) chiesta a lui da Berlusconi, in procinto di scendere in campo. Ma la procura fiorentina aveva già indagato su Berlusconi (e Dell’Utri) una prima volta nel 1997, iscrivendoli nel registro degli indagati con le sigle ”Autore 1” e ”Autore 2”. Nel 1998 l’inchiesta è stata archiviata. Una seconda volta Berlusconi è stato indagato a Firenze nel 2008, dopo che il pentito Gaspare Spatuzza ha riferito ai magistrati ciò che gli avrebbe detto Graviano, e cioè che ”con Berlusconi e Dell’Utri” la mafia si era messa ”il Paese nelle mani”. Anche in questo caso è finita con l’archiviazione. Ma – sostiene ancora l’Adnkronos – anche la procura di Caltanissetta ha indagato su Berlusconi e Dell’Utri quali ”mandanti a volto coperto” delle stragi, in questo caso indicati come ”alfa” e ”beta”. I giudici hanno archiviato l’inchiesta nel 2002 accogliendo la stessa richiesta dei pm. Infine, Silvio Berlusconi, poco dopo la sua discesa in campo nel 1994, è stato indagato per concorso esterno in associazione mafiosa anche alla procura di Palermo, che ha poi chiesto ed ottenuto l’archiviazione. Al di là delle ricostruzioni di agenzia, il nome di Berlusconi è risuonato spesso anche nelle aule di giustizia calabresi, dal processo “Breakfast” – nel corso del quale venne anche chiamato a deporre a Reggio Calabria nell’ambito del procedimento a carico dell’ex ministro Claudio Scajola, accusato di avere favorito la latitanza dell’ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena, latitante a Dubai dopo una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa – per arrivare al processo “Ndrangheta stragista” nel corso del quale alcuni pentiti hanno evocato i presunti rapporti del Cavaliere con la mafia.  

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