LAMEZIA TERME E’ un giorno di maggio del 2011, Silvio Berlusconi scende a Crotone per sostenere la candidatura a sindaco di Crotone per il centrodestra di Dorina Bianchi, alfiere della coalizione in quota Udc di Casini. Davanti a tremila persone estasiate e festanti convenute nel palazzetto dello sport di Crotone il Cavaliere terrà un comizio che passerà alla storia per più motivi. Il primo è l’invettiva rivolta alla sinistra, i cui leader – disse il Cav – «non si lavano tanto». Ma fu soprattutto il secondo motivo a scatenare un autentico pandemonio, perché Berlusconi disse che all’allora maggioranza di centrodestra avrebbe giovato la perdita dei vecchi alleati dell’Udc Pierferdinando Casini e di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini. Uno strappo contenuto in poche parole che aprirono una frattura all’interno del centrodestra e una profonda frizione e forse insanabile tra i vertici centristi come Casini e la Bianchi. «Un episodio che forse non doveva accadere ma la reazione delle forze di centro poteva essere meno eccessiva», confida Dorina Bianchi intervistata dal Corriere della Calabria.
Bianchi, che all’epoca della sua candidatura a sindaco di Crotone era anche senatrice, ricorda nitidamente quel giorno e così tratteggia la figura di Berlusconi: «Una persona di grandissimo spessore politico. Un aspetto che mi colpì tantissimo – spiega la Bianchi – è stata l’attenzione e la perfezione di Berlusconi, che il giorno che venne per il comizio per sostenere la mia candidatura a sindaco di Crotone volle sentire il mio discorso prima di andare a farlo in pubblico e devo dire che fu molto attento, mi disse le cose su cui secondo lui dovevo battere di più. La cosa che mi ha colpito è che aveva studiato tutto il territorio crotonese, tutto il dossier che gli avevo mandato anche per fargli capire quali erano le priorità e le esigenze del territorio: davvero l’aveva studiato con grande serietà, era la prima volta che veniva a Crotone ma aveva preso a cuore davvero il futuro di questa città. Questo ricordo me lo fa apprezzare moltissimo».
Quindi, il passaggio che scatenò il putiferio con gli alleati della coalizione, i centristi e i finiani. «Via Casini e via Fini, la maggioranza è più compatta e ciò potrà farci portare avanti le riforme», questa la frase “incriminata” di Berlusconi. «Indubbiamente – racconta Dorina Bianchi al Corriere della Calabria – fu un episodio che forse non doveva succedere, ma Berlusconi era immediato. In certe cose era grande, in altre era un po’ immediato. Forse, essendo piena a campagna elettorale, tutto questo si poteva evitare però anche la reazione alle sue parole dal parte delle forze di centro, a cui tra l’altro appartenevo, poteva essere meno eccessiva. Ora comunque stiamo ricordando un uomo che ha avuto delle grandezze e ha caratterizzato un periodo della politica italiana, nel bene e nel male secondo i punti di vista». Dopo alcuni anni la Bianchi parteciperà al progetto politico di Angelico Alfano, che a sua volta “strappò” da Forza Italia per fondare il “Nuovo Centrodestra”, e anche questo passaggio per Dorina Bianchi fu particolarmente significativo: «Lo ricordo – prosegue – con grande rimpianto e sofferenza perché è sempre difficile chiudere in quel modo. Quando ci fu la scissione secondo me si pensava ancora di poter continuare ad avere una collaborazione di tipo politico ma questo non è stato possibile, poi la storia finì anche malamente e questo ha lasciato in noi che abbiamo condiviso quella esperienza molti rimpianti. Questo ci dispiace, anche perché quello fu l’inizio della fine di un centro o di un’area moderata che invece per la politica italiana sarebbe molto importante. E’ un rimpianto e una mancanza che anche oggi si sente molto».
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