«In Calabria ci sono due manager della sanità pubblica, interdetti per un anno dall’esercizio dei pubblici uffici e da qualsiasi carica pubblica, per aver comunicato, in due circostanze e nel pieno dell’emergenza pandemica, un numero non rispondente al vero di posti letto Covid-19 attivabili, in 48 ore, in area medica. Insieme a loro risultano indagati, anche, il rettore dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro e una direttrice sanitaria. Ci mancherebbe altro: il profilo giudiziario della vicenda non può essere profanato. Esso, in via esclusiva e assorbente, appartiene, nella fisiologica interlocuzione dialettica con le parti processuali, al dominio della funzione giurisdizionale. Così è, e, così, è giusto che sia. E, tuttavia, la vicenda narra un profilo politico, rispetto al quale non si può, gaglioffamente, far finta di essere ciechi e muti. Perché è, orribilmente, vergognoso e scandaloso. E ripropone, con geometrica simmetricità, torbide liturgie già praticate in altre omologhe latitudini. Roba da far accapponare la pelle. Si è barato per evitare, in piena pandemia, un cambio di colore, transitando, eventualmente, in zona rossa e, dunque si è impedito, scientemente, di adottare adeguate misure di contenimento: il che, in termini di contagio covid, avrebbe potuto determinare una carneficina. E, tuttavia, resta, comunque, irrisolto, un terrificante interrogativo: senza quella spudorata falsificazione e, quindi, adottando, invece, le appropriate misure di contenimento, quante morti per covid si sarebbero potuto evitare in Calabria? L’interrogativo testimonia la brutale e spietata scelleratezza di un ceto politico, che gioca, finanche, sulla pelle dei cittadini. E’ c’è un ulteriore dato, foscamente, inquietante. La falsificazione, reiterata per ben due volte, ha una chiara e univoca responsabilità politica, ascrivibile, direttamente e specificatamente, al Governatore della Calabria. I valvassini-manager hanno dichiarato i falsi posti letto, perché, a ciò, costretti nella morsa dello squallido ricatto: o dichiarate l’attivazione degli ulteriori posti letto o perdete la poltrona. Questo è stato lo spudorato ricatto del valvassore. E, al cospetto del valvassore, a nulla sono valse le, pur timide, resistenze dei valvassini: ma come facciamo ad attivare, in 48 ore, oltre venti posti letto, se non abbiamo, nemmeno un materasso? Ed è vero: ma se non c’era, nemmeno, un materasso come era possibile, attivare in sole 48 ore oltre venti posti letto? Cioè a dire: il valvassore sapeva benissimo, aveva piena consapevolezza che non c’era nemmeno un materasso, ciò nonostante ha preteso, con insolente e spregiudicata arroganza, che i suoi valvassini, pena la destituzione dall’incarico, dichiarassero, comunque, l’attivazione degli ulteriori posti letto. Ma, se tu sai che non c’è nemmeno un materasso, anche tu, valvassore-governatore, sai, altrettanto bene che l’attivazione, in 48 ore, dei posti letto correlati alla mancanza, finanche dei materassi (ma non c’erano, nemmeno i lettini, non c’erano, nemmeno i cuscini; non c’erano, nemmeno – addirittura – le stanze disponibili!) era una attivazione farlocca. Ma c’è di più e di peggio. Stante la conclamata penuria di personale, quegli oltre 20 posti letto, con quali medici e con quali infermieri sarebbero stati gestiti? Ecco la prova del nove che l’attivazione di quei posti letto era una miserevole “FUFFA”. Della quale tutti i protagonisti non potevano che sapere. I numeri dei posti letto sono stati truccati e taroccati con la consapevole e ricattatoria connivenza del massimo organo del governo regionale. Il valvassore-governatore era a completa conoscenza che quei posti letto, in 48 ore, era impossibile, matematicamente, impossibile, attivarli, ciò nonostante ha preteso la dichiarazione della relativa fasulla attivazione. Costui aveva piena consapevolezza che i numeri dichiarati erano, platealmente e oscenamente, falsi. Questo è il dato politico, che, dalla vicenda, emerge con sconcertante imperiosità. Avvalorato dall’omertoso, ma assai eloquente, silenzio che, sulla vicenda, ha declinato e continua a declinare, proprio, il valvassore-governatore. Perché costui tace? Perché non spende, neppure, una sillaba? Cioè a dire: la Calabria è in mano a gente, che ricatta, che istiga alla falsificazione, che fa il gioco delle 3 carte con la vita delle cittadine e dei cittadini calabresi. Abbiamo toccato il fondo. Che vergogna!»
*Consigliere comunale di Cosenza
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