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La riflessione

Sfida di modernizzazione o riforma costituzionale?

La chiamano “sfida di modernizzazione” l’elezione diretta del Presidente della Repubblica la cui modifica è da apportare sulla Costituzione riguardo al “documento normativo” che definisce la natur…

Pubblicato il: 12/06/2023 – 9:08
di Franco Scrima*
Sfida di modernizzazione o riforma costituzionale?

La chiamano “sfida di modernizzazione” l’elezione diretta del Presidente della Repubblica la cui modifica è da apportare sulla Costituzione riguardo al “documento normativo” che definisce la natura, la forma, la struttura, l’attività e le regole fondamentali della democrazia vigente nel nostro Paese. Forse un po’ di storia non guasta specie se il fine è di ricordare che la “Carta Costituzionale” fu predisposta dall’Assemblea Costituente, subito dopo la guerra, con regolare referendum per la scelta fra monarchia o repubblica. Gli italiani scelsero quest’ultima e, con lei, l’Assemblea Costituente composta da 75 membri. Nel contempo fu steso un progetto di “Carta Costituzionale” che fu approvato con 458 voti a favore e 62 contrari.
La “Carta” entrò in vigore il primo giorno di gennaio del 1948 ed è tutt’ora l’atto che definisce l’ordinamento giuridico dello Stato. Dopo 75 anni di storia il Governo in carica tenta di modificare quell’atto normativo pur sapendo che si tratta di uno dei maggiori esempi di “Carta Costituzionale” protetta dalle leggi.
Il Capo del Governo, Giorgia Meloni, definisce l’iniziativa «la più grande riforma economica per il Paese». Perché “economica” non si capisce. Ma richiama gli italiani al senso di responsabilità perché si realizzi ciò che definisce «una grande sfida», mentre la ministra per le “riforme istituzionali”, Maria Elisabetta Casellati, incaricata di rendere accettabile la riforma, si sta impegnando a promuovere incontri con le forze politiche e con i sindacati.
A questo punto c’è da chiedersi come reagiranno gli altri partiti politici. I segnali non sono tutti positivi. Si parla anche di una raccolta di firme per sostenere il “no” alla riforma.
Ma perché l’iniziativa? Da quale necessità è determinata?
Secondo la Premier per evitare il susseguirsi delle crisi di governo che sono motivo di instabilità dell’Esecutivo.
Secondo le opposizioni è un tentativo della “Destra” per prendersi in mano il Paese e non lasciarlo più. Ma una cosa è la lotta politica, altra l’imposizione di un sistema, sia pure attraverso norme esistenti. Nel nostro Paese per fortuna esiste, ormai da decenni, la democrazia che viene dal greco: “demos” popolo e “kratos” potere.
*giornalista

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