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l’interrogatorio di garanzia

Tentato omicidio a Lamezia, Amato si avvale della facoltà di non rispondere – VIDEO

Secondo l’accusa, era pronto a sparare ma gli si è inceppata l’arma. Il movente in una relazione sentimentale. Aveva già scontato una pena per rapina

Pubblicato il: 12/06/2023 – 18:03
Tentato omicidio a Lamezia, Amato si avvale della facoltà di non rispondere – VIDEO

CATANZARO Si è avvalso della facoltà di non rispondere Antonello Amato, 25 anni, di Lamezia Terme accusato di duplice tentato omicidio dalla Procura di Lamezia Terme, guidata da Salvatore Curcio.
L’uomo, difeso dall’avvocato Domenico Villella, lo scorso sette giugno l’uomo, intorno alle ore 15, all’altezza di via del Progresso, in occasione di un appuntamento programmato con altre due persone, avrebbe estratto una pistola e, puntandola contro di loro, avrebbe azionato la leva di sparo senza esplodere nessun colpo poiché l’arma si è inceppata. Amato si sarebbe poi allontanato a bordo della propria autovettura per le vie circostanti. Da primi accertamenti i motivi di tale gesto sarebbero riconducibili a dissidi di natura familiare, a seguito di relazione sentimentale che l’uomo aveva con una parente delle vittime.
Secondo le indagini dei carabinieri del Gruppo di Lamezia Terme, coordinati dal pm Marica Brucci, Amato non sarebbe riuscito nel proprio intento delittuoso perché si sarebbe inceppata la pistola calibro 7.65 della quale i militari hanno trovato un proiettile inesploso su via del Progresso. Le le analisi dei sistemi di videosorveglianza, dei tabulati telefonici, nonché servizi di ocp (osservazione, controllo e pedinamento) hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’uomo che è stato successivamente localizzato nella notte dell’11 giugno all’interno del rione popolare denominato Ciampa di Cavallo.
Davanti al gip Francesco De Nino, il 25enne non ha inteso rispondere.
L’uomo era stato coinvolto nel processo Crisalide, contro vertici e sodali della cosca Torcasio, dove, sempre difeso da Villella, era stato assolto dall’accusa di associazione mafiosa e di narcotraffico e condannato per rapina a 5 anni e 6 mesi. Una pena scontata, tanto che l’uomo, da meno di un anno, era libero. (ale. tru.)

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