RENDE Sempre più laureati dell’Università della Calabria trovano lavoro grazie all’elevata “efficacia” del titolo conseguito nell’ateneo di Rende. È quanto emerge dal XXV Rapporto sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati, curato dal consorzio Almalaurea.
Rispetto al 2020, il tasso di occupazione dei laureati triennali sale dal 50,5% al 55,4% e un incremento ancora più netto si registra tra i laureati di secondo livello: a un anno dal conseguimento del titolo è occupato il 65,9% (58% nel 2020), fino a raggiungere l’81,3% (in precedenza 76,6%) per chi si è laureato da cinque anni. Un risultato che consente all’Unical di accorciare di ben 4 punti il distacco dalla percentuale media rilevata tra tutte le università italiane.
Anche per questi motivi continua ad aumentare il grado di apprezzamento espresso dagli studenti: i laureati che si dichiarano soddisfatti dell’esperienza universitaria nel suo complesso sfiorano il 94% e l’efficacia del titolo di studio ai fini lavorativi è più alta rispetto alla media nazionale.
Sono 3.555 le persone che hanno conseguito un titolo nel 2022 all’Università della Calabria coinvolti nel XXV Rapporto di Almalaurea sul profilo dei laureati: 1.824 di primo livello, 1.287 magistrali biennali e 444 a ciclo unico.
L’età media alla laurea è 26 anni (24,6 anni per i laureati di primo livello e di 27,4 anni per i magistrali biennali). Nel report si precisa che su questo dato incide il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore.
Il 46,4% dei laureati termina l’università in corso (41,2% tra i triennali, 53,7% tra i magistrali biennali). Il voto medio di laurea è 101,8 su 110: 97,7 per i laureati di primo livello e 107,4 per i magistrali biennali.
La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 3,2%, mentre l’1,6% dei laureati proviene da fuori regione.
È in possesso di un diploma di tipo liceale il 70,2%, di un diploma tecnico il 24,5%, residuale la quota dei laureati con diploma professionale. Il 52,2% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi: è il 48,8% tra i laureati di primo livello e il 52,9% tra i magistrali biennali (valore, quest’ultimo, che cresce al 71,1% considerando anche coloro che l’hanno svolto solo nel triennio).
Ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) il 4,3% dei laureati. Il 46,7% dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: è il 43,8% tra i laureati di primo livello e il 51,8% tra i magistrali biennali.
Il 91,6% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’85,7% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’ateneo, l’84,0% dei laureati che le ha utilizzate considera le aule adeguate. Più in generale, il 93,9% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria. Un dato in crescita rispetto a quello fatto registrare due anni fa, quando la soddisfazione complessiva aveva raggiunto il 93,5%.
E quanti si iscriverebbero di nuovo all’Università? Il 78,6% (76,6% nel 2020) dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 7,6% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.
L’Indagine sulla Condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 7.764 laureati dell’Università della Calabria.
Laureati triennali – Dei 2.204 laureati triennali del 2021 contattati ad un anno dal titolo, il 78,2% decide di proseguire il percorso formativo iscrivendosi ad un corso magistrale. Tra quelliche non si sono iscrittia un nuovo corso di laurea, a 12 mesi dal titolo il tasso di occupazione è del 55,4%, mentre quello di disoccupazione(calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 23,9%.
Il 28,7% (21,9% nel 2020) degli occupati ha un contratto a tempo indeterminato, il 29,3% a tempo determinato, il 9,9% svolge un’attività in proprio mentre il lavoro part-timecoinvolge il 28,2% degli occupati. La retribuzione è in media di 1.182 euro mensili netti.
Il report di Almalaurea si concentra poi sull’efficacia del titolo, che combina la richiesta della laurea per l’esercizio del lavoro svolto e l’utilizzo, nel lavoro, delle competenze apprese all’università. Il 51,1% (42,8% due anni fa) degli occupati considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro svolto. Più nel dettaglio, il 45,9% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università.
Laureati di secondo livello, a un anno – I laureati di secondo livello del 2021contattati dopo un annodal conseguimento del titolo sono 1.741 (di cui 1.280 magistrali biennali e 461 magistrali a ciclo unico). Il tasso di occupazione è pari al 65,9% (in crescita rispetto al 58% di 48 mesi fa), 68,0% tra i magistrali biennali e 60,1% tra i magistrali a ciclo unico). Il tasso di disoccupazione è pari al 18,1%.
Il 26,3% (18,8% nel 2020) può contare su un contratto alle dipendenzea tempo indeterminato mentre il 32,3% a tempo determinato. Il 4,6% svolge un’attività in proprio, il 15% un lavoro part-time. La retribuzioneè in media di 1.268 euro mensili netti.
Il 73,9% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace e il 63,3% dichiara di utilizzare in misura elevata le competenze acquisite.
Laureati di secondo livello, a cinque anni – Tra i 1.988 laureati nel 2017 che hanno partecipato al rapporto il tasso di occupazione sale all’81,3%, mentre quello di disoccupazionescende al 7,5%.
Hanno firmato un contrattoa tempo indeterminato il 49,9% di loro, a tempo determinatoil 24,6%. Svolge un’attività in proprio il 14,5%, un lavoro part-timel’8,7% degli occupati. Le retribuzioni arrivano in media a 1.527 euro mensili netti.
Il 73,7% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace e il 60,3% dichiara di utilizzare in misura elevata le conoscenze accumulate nell’esperienza all’Unical.
Dove lavorano?Il 64,4% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 32,7% nel pubblico; il 2,9% lavora nel non-profit. L’ambito dei servizi assorbe l’83,5%, mentre l’industria accoglie il 15,8% degli occupati; 0,3% la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.
foto da www.unical.it
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