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letteratura

Maria Grazia Calandrone vince l’undicesima edizione del Premio Sila ’49. Ecco le date della cerimonia conclusiva

La motivazione della giuria: «È riuscita a lasciare un segno tramite la sua scrittura»

Pubblicato il: 13/06/2023 – 12:28
Maria Grazia Calandrone vince l’undicesima edizione del Premio Sila ’49. Ecco le date della cerimonia conclusiva

COSENZA È Maria Grazia Calandrone, con “Dove non mi hai portata” (Einaudi), a conquistare l’edizione 2023 del Premio Sila ’49. Dopo l’annuncio nei giorni scorsi dei cinque finalisti dell’undicesima edizione del prestigioso premio letterario, la giuria tecnica si è determinata sul nome del vincitore.
«Il libro racconta di un uomo e una donna che un giorno del 1965 abbandonano nel parco romano di Villa Borghese la figlia di otto mesi, per poi suicidarsi nel Tevere. Oltre cinquant’anni dopo, la bambina, ossia l’autrice del romanzo, cercherà di ricostruire la verità del suo passato. Queste pagine si ricollegano idealmente alla precedente opera di Calandrone, “Splendi come vita” (Ponte alle Grazie 2021), nella quale veniva invece indagato il rapporto con la madre adottiva. Così, lavorando su un’autobiografia tanto violenta e devastata, la scrittrice narra di un viaggio verso le proprie origini, e nello stesso tempo tratteggia l’immagine di una Italia ormai irrimediabilmente lontana. Il tutto con una lingua di rara precisione. Infatti, prima ancora che narratrice, giornalista del “Corriere della Sera”, drammaturga, artista visiva, autrice-conduttrice per la Rai, nonché insegnante di letteratura nelle scuole e nelle carceri, Maria Grazia Calandrone è poetessa: un’origine che ha lasciato un segno profondo nella sua scrittura in prosa», scrive la giuria nelle motivazioni al Premio.

Il premio alla carriera a Silvia Vegetti Finzi

Inoltre, come già anticipato nei giorni scorsi, anche quest’anno verrà consegnato il Premio alla Carriera. A ottenerlo per il 2023 è Silvia Vegetti Finzi. «Figura di riferimento, e non solo in Italia, per quanto riguarda sia la storia del movimento psicanalitico, sia il senso e il peso da dare al pensiero freudiano. Il suo sguardo segue da decenni l’andamento, a tratti carsico, con cui la psicanalisi si è mossa, lasciando il proprio segno sulle idee di questo e del secolo scorso. Ma è soprattutto nell’intreccio fra sapere delle donne e disciplina psicanalitica che Vegetti Finzi si è ritagliata uno spazio singolare, smentendo quel pregiudizio che inquadra la psicanalisi come apparato di sapere sordo o addirittura ostile alla riflessione e alla soggettività femminile. Fuori da ogni rassicurante appartenenza, Vegetti Finzi è davvero una interprete coraggiosa di quell’esercizio di pensiero critico che oggi appare o appannato o addirittura deriso. Assegnarle il Premio alla Carriera è riconoscere innanzitutto la sua testimonianza a favore di una vita intellettuale né docile né ossequiosa. Ma è anche riconoscere il suo contributo e il suo impegno per un uso largo del pensiero psicanalitico, la sua capacità di traghettarlo oltre i confini e gli arroccamenti dentro torri d’avorio dove alla fine poco si respira», scrive ancora la giuria.

Premio speciale a Maurizio Pagliassotti

Quest’anno, infine, verrà attribuito un premio speciale allo scrittore e giornalista Maurizio Pagliassotti per il suo libro “La guerra invisibile”, con la seguente motivazione: «Il libro di Maurizio Pagliassotti su “La guerra invisibile. Un viaggio sul fronte dell’odio contro i Migranti” (Einaudi) merita un premio speciale perché interviene nel modo più efficace e profondo sulla questione centrale della politica europea di oggi: il nodo dell’identità, cioè la contrapposizione tra ‘noi’ e ‘loro’. Dove loro sono i migranti: i poveri, i non occidentali. Persone che spogliamo del loro essere persone: per continuare a non vedere cosa stiamo facendo loro. Il libro di Pagliassotti, al contrario, ci costringe a non distogliere lo sguardo. È il mestiere del giornalista, del reporter: e Pagliassotti lo fa davvero. Percorrendo, in buona parte a piedi, i seimila chilometri che vanno da Ventimiglia al confine tra Turchia e Iran: la rotta balcanica, l’altro Mediterraneo in cui spariscono i migranti. Guardando, e raccontando. È un fronte bellico, ci dice Pagliassotti: i suoi occhi vedono una guerra, la sua scrittura la fa vedere anche a noi».
Tutti i premi verranno consegnati nel corso della cerimonia conclusiva. Si parte venerdì 23 giugno alle 18, nel verde della Villa Vecchia del centro storico, con l’incontro con Pagliassotti, in dialogo con Valerio Giacoia. E si prosegue l’indomani, sabato 24 giugno alle 11.30 a Palazzo Arnone, dove è prevista la lectio magistralis di Silvia Vegetti Finzi dal titolo “Il mito di Elena tra bellezza e conflitto”. Sempre sabato 24 giugno, alle 18, a Palazzo Arnone è invece in programma la cerimonia di premiazione: conduce Paride Leporace. In ultimo, domenica 25 giugno ci si sposta nella sede di Camigliatello Silano della Fondazione Premio Sila per la presentazione dell’ultimo libro di Tomaso Montanari, “Se amore guarda” (Einaudi), che dialogherà con Emanuele Trevi, Piero Bevilacqua e Battista Sangineto.
Il manifesto 2023 del Premio, diretto da Gemma Cestari e presieduto da Enzo Paolini, è firmato dall’artista di arte contemporanea Paolo Canevari.


L’undicesima edizione del Premio Sila ’49 è patrocinata dal Comune di Cosenza e dal Comune di Rende, ed è realizzata con il contributo economico di Eurosanità, Synergo, Gruppo Giomi e Collextion Services nonché con risorse PAC 2014/2020 – Az. 6.8.3 Erogate ad esito dell’Avviso “Eventi di Promozione Culturale 2022” dalla Regione Calabria (Dipartimento Istruzione Formazione e Pari Opportunità – Settore Cultura).

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