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Il rapporto

Pnrr in Calabria, messo a bando poco più di un quarto delle somme ottenute. Ed il futuro “spaventa” BankItalia

La regione ha ottenuto circa 5 miliardi per realizzare interventi. Ma per “mettere a terra” i progetti i Comuni devono incrementare la spesa fino al 125%

Pubblicato il: 14/06/2023 – 17:08
di Roberto De Santo
Pnrr in Calabria, messo a bando poco più di un quarto delle somme ottenute. Ed il futuro “spaventa” BankItalia

CATANZARO Le potenzialità ed i limiti della gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza restano da un verso una certezza e dall’altro ancora un’incognita per la Calabria. Con evidenti effetti divergenti nel caso non si riuscissero a cogliere appieno quelle potenzialità traducendole in realtà. E che si tramuterebbero nell’ennesima – questa volta enorme – occasione sprecata di far invertire la marcia all’economia calabrese riducendo lo storico divario con il resto del Paese.
Una verità che emerge plasticamente dalla lettura dall’ultimo rapporto “L’economia della Calabria” presentato oggi da Bankitalia a Catanzaro.
Ebbene, dalla lettura dei dati offerti dagli analisti di Palazzo Koch, la Calabria risulta destinataria di fondi già assegnati decisamente cospicui. Alla data del 22 maggio scorso, passando a setaccio i bandi e i decreti di assegnazione delle somme in pancia al Pnrr e al Piano nazionale per gli investimenti complementari (Pnc), i soggetti attuatori avrebbero già ottenuto il trasferimento di circa 5 miliardi complessivi (esattamente 4,4 dal Pnrr e 0,6 dal Pnc) per realizzare interventi nella regione. Una somma che complessivamente vale il 4,4% del totale nazionale.

Dunque risorse elevate che, stando al dettato degli analisti di Bankitalia, permetterebbero alla Calabria di raggiungere un dato record: ben 2.265 euro pro capite. Una media sulla popolazione di gran lunga superiore a quella nazionale ferma a 1.911 euro. Un quadro che dimostra di per se la potenza di fuoco che i soggetti gestori di quelle risorse dispongono per cambiare le sorti economiche della regione.
Secondo le stime di BankItalia, quelle risorse – già assegnate – sarebbero per lo più destinate ad interventi di transizione ecologica e digitale: due degli obiettivi pilastro del Piano. Circa il 40 per cento delle somme intercettate sarebbero legate a progetti con quegli obiettivi.
Nel confronto con la media nazionale, in particolare, la missione 1 (cioè quella legata ad interventi digitali) mostra una media più alta per la Calabria: 18,8% rispetto al 10,6% dell’Italia.
Viceversa è sulla quota relativa alle infrastrutture per la mobilità (missione 3) a segnare il tasso medio inferiore: in Calabria al 13,7 per cento (21,7 per cento in Italia).

I ritardi accumulati


Ma è in tema di responsabilità della “messa a terra” dei progetti che BankItalia segnala i timori.
Infatti la fase successiva a quella delle assegnazioni delle risorse – sulla quale la Calabria ha registrato dati incoraggianti – è rappresentata dallo svolgimento delle gare d’appalto.
Dai dati finora in possesso e analizzati dai tecnici di Palazzo Koch, le gare finora bandite dalle amministrazioni locali calabresi (per il quale la Calabria vede come maggiori protagonisti i Comuni: 31%) sono stimate in circa 764 milioni. Una somma corrispondente al 26% del totale delle somme che queste dovranno mettere a bando.
Il timore degli analisti su questo terreno è sulla tempistica di quello sforzo che dovranno compiere appunto i Comuni. In questo senso nel rapporto dopo aver richiamato il «ruolo centrale nell’attuazione degli interventi finanziati dai Piani» si legge cone il «successo dipenderà dalla capacità di svolgere in tempi relativamente brevi tutte le fasi necessarie all’effettivo impiego delle risorse, dalla progettazione alla effettiva realizzazione».


Per dare un metro dello sforzo che le amministrazioni locali dovranno compiere su questa strada, gli analisti hanno preso a misura le assegnazioni ricevute, ripartite nel prossimo triennio (2023-226) confrontandole con la capacità dimostrata dalle stesse amministrazioni di spendere somme per investimenti del triennio pre-pandemico (2017-2019). Ebbene il risultato emerso dimostra che riuscire a centrare l’obiettivo della piena esecuzione dei progetti finanziati con risorse del Pnrr e del Pnc per i Comuni ed in generale per le amministrazioni locali calabresi sarà una missione decisamente difficile.
«Ipotizzando la piena additività degli interventi finanziati dai Piani rispetto al livello ordinario della spesa rappresentato dalla media pre-pandemica – scrivono a questo proposito nel rapporto gli analisti di Bankitalia – i Comuni calabresi dovrebbero incrementare la capacità di spesa di una percentuale compresa tra il 94 e il 125 per cento, a seconda dell’anno considerato».
Un dato che da solo giustifica i timori di non vedere realizzato l’obiettivo principale che si era prefissata (anche) per la nostra regione l’Europa nel mettere in campo le risorse confluite poi nel Pnrr: far ingranare la marcia al sistema produttivo locale sulla strada del pieno recupero del gap economico e dunque sociale della Calabria. Un allarme, fondato, che dovrebbe spingere tutte le forze politiche ed istituzionali della regione a chiedere interventi immediati per incrementare fin da subito la capacità di spesa e dunque di messa a terra dei progetti del Pnrr da parte degli enti locali. (r.desanto@corrierecal)

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