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«Stasera si forma una porcheria radioattiva». I rifiuti speciali miscelati e smistati dopo 72 ore nel capannone di Lamezia

Dall’inchiesta coordinata delle pm Bonfadini e Brucci i dettagli delle attività svolte all’interno della “G&D Ecologica” nella zona industriale lametina prima del trasferimento ad Acconia di Curinga

Pubblicato il: 15/06/2023 – 17:35
di Giorgio Curcio
«Stasera si forma una porcheria radioattiva». I rifiuti speciali miscelati e smistati dopo 72 ore nel capannone di Lamezia

LAMEZIA TERME Quello scoperto dagli inquirenti nel corso dell’indagine coordinata dai pm Chiara Bonfadini e Marica Brucci, sostituti procuratori della Dda di Catanzaro, è un modus operandi preoccupante di un gruppo di soggetti e società con gravi ripercussioni sull’ambiente e il territorio. L’inchiesta “Fangopoli” ha portato all’esecuzione di venti misure cautelari ma ha soprattutto svelato una gestione illecita dei rifiuti con particolare predilezione per i fanghi di depurazione, attraverso soprattutto la società “G&D Ecologica S.p.a.” che, nonostante operasse nel settore della gestione dei rifiuti solo come trasportatore ed intermediazione senza detenzione di rifiuti speciali non pericolosi, in realtà all’interno dei capannoni della società era attivo un vero e proprio stoccaggio non autorizzato dei fanghi. Ma non solo.

Rifiuti speciali, ma non solo

Secondo quanto ricostruito dai pm, e confermato dal gip del Tribunale di Catanzaro Gabriella Pede, la società avrebbe gestito in modo illecito rifiuti speciali non pericolosi come quelli organici, fanghi di depurazione da impianti, materiali misti e prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti nonché altri rifiuti, tutti fatti confluire presso la sede della “G&D Ecologica”. Qui, poi stazionava almeno altre 72 ore in attesa dell’arrivo di altri carichi. Una volta raggiunta la quantità ritenuta ragionevole, si procedeva con il trasbordo dei rifiuti, tutti su unico automezzo, mischiando le varie tipologie fino al trasporto all’impianto di destinazione. Tutto trascritto su documenti falsi. Le intercettazioni telefoniche hanno consentito di delineare la figura di Gioacchino Rutigliano, finito ai domiciliari, che insieme ai suoi dipendenti, aveva dato vita ad una gestione illecita di ingenti quantità di rifiuti speciali non pericolosi attraverso la società “G&D Ecologica spa” proprio nella sua sede. Rifiuti che prima della loro movimentazione venivano gestiti in modo da impedirne la tracciabilità, fornendo al contempo documentazione falsa che ne attestava la corretta gestione.  

Una «porcheria radioattiva»

È il 23 agosto del 2021 quando Rutigliano contatta Antonietta Vescio Campisano (finita anche lei ai domiciliari) , chiedendole di dare disposizioni affinché un camion presente davanti al loro capannone venga inviato per l’esecuzione di un carico di rifiuti. «(…) scusa non li puoi mettere in due cassoni i fanghi che abbiamo nel capannone?» chiede Rutigliano alla dipendente visto che la vasca-rimorchio attaccata alla motrice era già piena di rifiuti. «(…) stasera si forma una laguna qui, una porcheria… radioattiva» «hanno scaricato i fanghi per pulire le vasche… hanno tappato i tombini e ora l’acqua non se ne va…». La presenza simultanea di varie tipologie di rifiuti nei capannoni della “G&D Ecologica” e delle operazioni di miscelazione sarebbe stata confermata, così come riporta il gip nell’ordinanza, da una telefonata intercettata il 12 ottobre del 2021. A parlare sono la Vescio Campisano e l’autista Alfredo Gaetano. Il primo commento, sarcastico per fortuna, è della donna dopo aver appreso dal dipendente che erano in corso le operazioni di scarico dei rifiuti arrivati da Scicli, in vista della successiva pulizia dei cassoni dei camion. Il secondo, invece, è il commento del dipendente, consapevole delle conseguenze dell’attività illecita della gestione dei rifiuti.

Gestire le emissioni maleodoranti

Da una parte, quindi, lo stoccaggio di qualunque tipo di rifiuto, dall’altra le conseguenze, almeno quelle più immediate. Fra tutte, le emissioni maleodoranti nei dintorni del sito, collocato all’interno dell’area industriale di Lamezia Terme. Nonostante i principali protagonisti del traffico illecito, come riporta il gip nell’ordinanza, si fossero mossi per adottare qualunque accorgimento. «(…) quelli di Battipaglia li dovete togliere tutti che sono quelli più fetori, più fetore possibile…» così risponde la Vescio Campisano ad un dipendente che le aveva chiesto quale cassa di fanghi di depurazione svuotare per prima. «(…) da quelli che non fetono per favore» risponde invece a Francesco Denaro, mentre discutono dell’inizio di alcuni lavori. Intanto, secondo l’inchiesta, Gioacchino Rutigliano, gestore di fatto e punto di riferimento dell’impresa, veniva costantemente informato di tutto, dai carichi in entrata dei rifiuti stoccati, delle problematiche insorte dal deposito e dal trasbordo dei rifiuti e spesso era personalmente presente nell’area di stoccaggio, fornendo ai dipendenti direttive su come procedere.

Dall’area industriale ad Acconia di Curinga

È il 20 gennaio del 2022 quando la sede aziendale viene trasferita della zona industriale di Lamezia Terme ad Acconia di Curinga. Un’operazione che ha creato non pochi problemi per la collocazione temporanea dei rifiuti scoccati nel capannone lametino, al punto che lo stesso Rutigliano aveva dato disposizioni affinché i rifiuti «fossero messi nel piazzale della ditta di tale Fragiacomo» scrive il gip, luogo dove avrebbero parcheggiato anche gli automezzi. Ed è per questo che, proprio il giorno successivo, gli inquirenti riescono a captare una conversazione tra Alessandro Anello e l’autista Andrea Talarico, nella quale i due nella quale si mostravano preoccupati per un eventuale controllo contestuale alle operazioni di trasbordo dei rifiuti. Talarico, in particolare, diceva di trovarsi presso un impianto di depurazione indicato come “Fiumarella” e precisava di avete svuotato all’interno della vasca due “big bag”. «(…) questo vuole messo il peso più o meno di ogni impianto dove stiamo caricando… eh vuole messo più o meno un peso ad occhio sul formulario… come ce lo metto io?» «(…) perché dice che siccome mischiamo loro più o meno devono sapere quanto materiale c’era all’impianto». Il riferimento è in questo caso è alla gestione dei rifiuti oggetto di appalto pubblico la cui prestazione viene corrisposta dagli Enti Comunali in base al peso.

Le operazioni di polizia

A supportare le intercettazioni ci sono anche i filmati della telecamera installata nei pressi del capannone della “G&D Ecologica” di Acconia di Curinga e poi, l’11 maggio del 2022, è stato eseguito un accesso ispettivo nel capannone che ha portato al sequestro preventivo della struttala e al deferimento dell’amministratore della “G&D Ecologica S.p.A.” per violazioni alla normativa ambientale. Dal sopralluogo eseguito poi dall’Arpacal è stato ribadito quanto già accertato dai Carabinieri del NOE in sede di accesso, riscontrando una serie di criticità inerenti la manutenzione del fabbricato, il percorso e la destinazione finale delle acque raccolte, la gestione delle emissioni diffuse dal deposito e dalla movimentazione dei materiali granulari polverulenti (stante la mancata copertura dei cumuli).

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