Quel che rimane è una rosa, fissata nella rete arancione che fa da recinzione. A pochi passi sfrecciano le auto sulla strada provinciale al confine tra Bovalino e Benestare e che porta a Natile di Careri. Lì dove nel primo pomeriggio di ieri si è consumata la tragedia di una mamma e i suoi due figli, di una famiglia e una comunità distrutte dal dolore. Caterina Pipicella 39 anni viaggiava in auto con Giusy e Giovanni Marvelli, 13 e 11 anni. Intorno alle 14.45 l’impatto mortale, l’asfalto è bagnato dalla pioggia, l’auto finisce in una scarpata profonda circa 3 metri, all’interno dell’alveo di un torrente. Sul posto intervengono immediatamente forze dell’ordine, vigili del fuoco e 118. Inutili i soccorsi per mamma e figlio che muoiono sul colpo. Giusy morirà poco dopo: inutile per la 13enne il trasporto in elisoccorso prima all’ospedale di Locri e poi a Reggio Calabria.
Sul punto dell’incidente le auto rallentano la loro corsa in segno di rispetto. C’è chi passa e si ferma per guardare giù, dove scorre l’acqua e non rimane altro che qualche pezzo della Fiat Panda andata distrutta nell’impatto. Nessuno riesce a capacitarsi di quanto accaduto, quello doveva essere un giorno di festa: Caterina e i suoi due figli si stavano recando a una cerimonia. Ad attendere la 39enne c’erano il marito e l’altro figlio. Giuseppe Pipicella, sindaco di Natile di Careri, parla oggi di una «comunità affranta e ammutolita». Il primo cittadino ha proclamato il lutto cittadino per domani, 17 giugno, giorno dei funerali.
«Se consideriamo che queste tre morti si aggiungono ai sei morti natilesi lungo questa strada, allora nella qualità di amministratore devo abbandonare l’aspetto emozionale e fare una denuncia, perché non si può morire così». Ci sono dolore e rabbia nelle parole del sindaco di Natile di Careri Pipicella. Ai microfoni del Corriere della Calabria il primo cittadino spiega: «Dalla Città metropolitana sento dire che ci sono degli interventi anche sostanziosi, ma di fatto al di là di qualche leccata di bitume non abbiamo visto niente, quindi la criticità è insita già nel percorso, è bastato un nubifragio». «Almeno – conclude Pipicella – il sacrificio di queste tre vite giovani che sono state stroncate ieri deve servire a sensibilizzare chi di dovere ad attenzionare la strada».
I consiglieri comunali di minoranza hanno definito quel punto «curva maledetta» perché su quel tratto di strada si erano verificati altri incidenti che avevano provocato altre vittime, altro dolore. «Come amministratori – si legge in una nota del gruppo – ci chiediamo quante altre vite di nostri concittadini e di altre comunità vicine dovranno ancora essere sacrificate prima che chi di dovere intervenga per mettere in sicurezza quella curva maledetta che ha causato tante vittime e feriti anche gravi. Con le tre vittime innocenti di oggi, il bilancio diventa pesantissimo se si pensa che già quattro vittime sono il tremendo sacrificio di vite umane che ha subito il solo paese di Natile Vecchio, oltre ai tanti, troppi, feriti e altre vittime degli altri paesi della zona, come Careri, Natile Nuovo e Platì. Ora è certamente il momento del dolore ma la rabbia è davvero tanta e non possiamo esimerci dal far notare a chi di dovere che se vogliono continuare a far finta di niente sappiano che avranno ancora molte altre vittime sulla coscienza». (redazione@corrierecal.it)
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