COSENZA Un deciso sì al progetto della “Grande Cosenza“, ma senza le forzature «imposte» dal governo regionale di centrodestra. E’ questo, in estrema sintesi, il messaggio lanciato dal Pd di Cosenza ritrovatosi nella sede della Camera del lavoro della città dei bruzi. Il tema discussione è il progetto di realizzazione della città unica Cosenza-Rende-Castrolibero con l’aggiunta anche del comune di Montalto Uffugo. All’incontro presenti oltre all’esponente della segreteria del Pd, Rosi Caligiuri, anche il docente Unical Walter Nocito, il presidente del consiglio comunale Giuseppe Mazzuca, il segretario provinciale Vittorio Pecoraro, la vicesindaca di Cosenza Maria Pia Funaro, il sindaco Franz Caruso ed ancora consiglieri comunali ed esponenti dem di primo piano, come Carlo Guccione e Enza Bruno Bossio. L’ex parlamentare, al Corriere della Calabria, ha elencato tutte le «buone ragioni» per procedere con la realizzazione del «complesso» progetto, senza però risparmiare critiche all’attuale governo regionale guidato dal presidente Roberto Occhiuto. «La città unica è già in essere, dovevamo e dobbiamo organizzare meglio i servizi, soprattutto quello di trasporto», esordisce Bruno Bossio. Che rilancia l’idea della metro leggera. «Partirebbe dal centro storico anzi da Rogliano fino ad arrivare ad Arcavacata, ma c’è un problema di servizi anche dal punto di vista sanitario e le case di comunità possono diventare strumenti importanti. Quindi ci sono tutte le condizioni perché la città unica, ci sia. Questa forzatura del consiglio regionale e del Presidente Occhiuto pare francamente un tentativo di espropriare i consigli comunali di Cosenza, Rende e Castrolibero del loro potere».
La realizzazione di un progetto tanto ambizioso quanto complesso deve tener conto della volontà dei cittadini, occorre una informazione chiara sui contenuti, sui rischi e sulle opportunità. Insomma, occorre fare chiarezza. «Il processo deve partire dal basso e non può essere soltanto un referendum, magari non diciamo vincolante, a dettare la linea. Il processo deve essere fatto anche attraverso una verifica, per esempio dei bilanci, perché se non c’è una copertura che consente di aggiungere i soldi previsti dalla legge Delrio, i tre grandi comuni (Cosenza, Rende e Castrolibero ndr) non possono sostanzialmente unirsi», dice Bruno Bossio. E Montalto? «Montalto penso che ci dovrebbe stare, rappresenta uno snodo cruciale se – ad esempio – si continuerà a finanziare l’alta velocità». Questo è un altro punto interrogativo. «La stazione di Montalto è da considera come la stazione di Cosenza per l’alta velocità, fino a quando poi non sarà estesa anche a Vaglio Lise, ma ci vorrà il 2030», sostiene l’ex parlamentare. Che chiosa: «Vorrei che fosse chiaro, il Pd non è mai stato contro la città unica: era nel nostro programma quando abbiamo candidato Carlo Guccione sindaco di Cosenza e non mi pare invece che fosse nel programma di Mario Occhiuto sindaco».
A margine dell’incontro, il Pd propone l’immediata attivazione di un tavolo di concertazione tra i presidenti della Giunta e del Consiglio regionale ed i sindaci e presidenti dei Consigli Comunali di Cosenza, Rende e Castrolibero. E la costituzione e l’insediamento immediato di una Assemblea costituente, formata dai tre Consigli Comunali interessati, a cui assegnare il compito di definire, sin da subito, lo Statuto del nuovo ente e provvedere, in maniera preventiva, a tutti gli adempimenti amministrativi necessari alla nascita della città unica. «Non potrà mai insediarsi, aldilà di ogni indirizzo di legge regionale, il nuovo comune se non sarà compiuto il processo di risanamento finanziario dell’attuale ente di palazzo dei Bruzi. Prima di tutto, occorre che si ponga rimedio alla voragine debitoria che l’attuale amministrazione comunale ha ereditato dalla gestione esercitata dalle Giunte guidate da Mario Occhiuto».
Sulla base di quanto emerso dal confronto, il circolo del Pd di Cosenza si impegna «ad organizzare una campagna di ascolto e di mobilitazione su come realizzare un progetto di fusione al servizio dell’interesse del cittadino ed impedire che la città unica possa diventare una bandiera da agitare e strumentalizzare per esclusivi fini di parte politica».
(redazione@corrierecal.it)
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