CORIGLIANO ROSSANO La Procura di Taranto ha aperto un’inchiesta sulla morte di Francesco Cufone, 33 anni, di Corigliano. La salma del 33enne che si sarebbe suicidato nella sua cella del carcere di Taranto giovedì scorso è stata sequestrata; sul corpo del giovane è stata disposta l’autopsia. Cufone era stato arrestato nell’ambito delle indagini correlate all’omicidio di Pasquale Aquino, avvenuto un anno fa. L’uomo, ristretto in isolamento nel nuovo reparto del carcere pugliese, si sarebbe ucciso realizzando una corda rudimentale con le lenzuola del letto impiccandosi alla grata della finestra del bagno. A nulla è servito l’intervento dell’agente di polizia penitenziaria in servizio in quel momento e prontamente intervenuto dopo aver notato che il trentatreenne non era nella stanza.
Sullo sfondo di un suicidio che le indagini si apprestano a chiarire resta il percorso faticoso avviato da Cufone, che avrebbe iniziato nei mesi scorsi a rispondere alle domande dei magistrati della Dda di Catanzaro. Il 33enne era stato arrestato il 6 dicembre scorso per detenzione e traffico di cocaina e detenzione ed occultamento di un arsenale d’armi scoperto la scorsa estate dai Carabinieri in località Fabrizio.
Nella “santabarbara” i militari avevano anche trovato l’arma utilizzata per uccidere Aquino a Schiavonea. Cufone è poi stato ascoltato per due volte dai magistrati: una nello scorso mese di marzo e l’altra in aprile. Il 33enne – scrive la Gazzetta del Sud – avrebbe riferito di alcune “confidenze” ricevute da alcuni degli altri soggetti indagati, svelando anche la presunta composizione del commando che avrebbe dovuto uccidere anche Cosimo Marchese, sfuggito all’agguato che gli era stato teso mentre stava rientrando a casa. Dopo le prime due interlocuzioni vi sarebbe stato un terzo incontro nel quale Cufone avrebbe ritrattato tutto. Qualche giorno dopo avrebbe deciso di farla finita.
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