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Bimba scomparsa a Firenze, maxi ispezione dei carabinieri nell’ex hotel

Al lavoro anche i tecnici del Gis. Continuano le ricerche della piccola Kata

Pubblicato il: 18/06/2023 – 10:58
Bimba scomparsa a Firenze, maxi ispezione dei carabinieri nell’ex hotel

È da poco partita la nuova grande ispezione da parte dei carabinieri all’interno dell’ex hotel Astor di Firenze, sgomberato ieri, nell’ambito delle ricerche della piccola Kataleya, la bambina peruviana di 5 anni scomparsa dal 10 giugno che abitava con la famiglia nello stabile occupato. È prevista anche l’ispezione da parte di tecnici del Gruppo d’intervento speciale (Gis) dei carabinieri.
Ora l’immobile è libero da persone e sotto sequestro preventivo affinché non vi si compiano altri reati. Tra questi, ci sono l’occupazione abusiva (invasione di edifici) ma anche il tentato omicidio di un cittadino dell’Ecuador che precipitò da una finestra del terzo piano il 28 maggio.
Motivi per allontanare chi ci viveva dal settembre scorso. L’assenza totale di occupanti consentirà di effettuare un sopralluogo dei carabinieri molto più approfondito di quelli svolti finora. All’ispezione parteciperanno due tecnici inviati dal Gis. Si tratta di specialisti esperti nell’uso di apparati tecnici ad alta tecnologia, anche adatti a individuare intercapedini o cavità nelle mura. Non è mai stata del tutto accantonata l’ipotesi che la bimba possa essere rimasta all’interno.
Con lo sgombero, nel giro di nove ore sono state fatte uscire 132 persone, tra cui 42 minori che come Kata vivevano in una struttura divenuta fatiscente e pericolosa. Sono peruviani e romeni. Molti i nuclei familiari, numerose le donne. I servizi sociali del Comune hanno ‘stressato’ la disponibilità delle strutture di accoglienza per dare a tutti una sistemazione e l’assistenza per percorsi di inserimento sociale. Sono stati separati ed avviati a quattro centri di accoglienza gestiti da Caritas, cooperativa Il Girasole e uno di proprietà del Comune. Sono usciti a piccoli gruppi, con le poche cose che possiedono, abiti, effetti personali, cibo. Le operazioni di evacuazione si sono svolte in ordine anche se in alcuni momenti sono state udite in strada delle frasi ad alta voce e di tanto in tanto dei ‘no’ urlati. L’albergo era occupato dal settembre scorso e, come ha riportato la procura di Firenze che ha recepito il decreto del gip Angelo Antonio Pezzuti, vi è “il pericolo che il protrarsi della condotta criminosa” dell’invasione “impedendo i necessari e urgenti lavori di ristrutturazione e messa a norma dell’edificio, agevoli o protragga le conseguenze del reato contestato o agevoli la commissione di altri reati”.
I vigili del fuoco hanno rimosso un deposito di bombole del gas su un terrazzino, hanno constatato impianti elettrici ‘volanti’, la presenza di fornelli, tubature compromesse. Non mancano umidità e perdite di acqua. Ci sono topi. E’ intervenuto pure il servizio veterinario per alcuni animali domestici. Qualcuno aveva trasformato le stanze in ‘casa’. Insieme all’assessore Sara Funaro è tornata sul posto Kathrina, la madre di Kataleya. Era col fratello. Insieme hanno radunato le cose rimaste nei loro alloggi, gli stessi che, secondo i racconti, il racket degli affitti avrebbe conteso pure a loro. Poi sono tornati alla nuova sistemazione. Lo sgombero è stato coordinato dalla questura, lo stesso questore Maurizio Auriemma ha fatto un sopralluogo. Sono intervenuti, oltre ai carabinieri che conducono le indagini, anche reparti della polizia di Stato tra cui la Digos, i vigili urbani, la guardia di finanza. Schierati gli assistenti sociali per finalizzare le destinazioni dei singoli gruppetti di migranti.
Pulmini delle associazioni hanno coperto i tragitti verso le strutture individuate a Firenze e nei dintorni. E’ arrivato all’Astor anche il sindaco Dario Nardella, che già ci era stato domenica 11 giugno. Nardella ha detto che ‘bisogna cercare Kata” e “non è nostra intenzione far polemica, anche se riteniamo che il meccanismo migliore sia intervenire nelle ore immediatamente successive come abbiamo fatto molte volte”. Poi ha rivendicato di aver “fatto 62 sgomberi, uno ogni 50 giorni” di sua amministrazione in Comune.

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