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L’estate calda del Pd: il «no» all’autonomia, i dubbi sul Pnrr. Irto: «In Calabria solo dubbi e poca trasparenza» – VIDEO

Al “Corriere” il senatore e segretario regionale dem. «Da Calderoli solo propaganda, non può pensare di prendere in giro i calabresi»

Pubblicato il: 18/06/2023 – 7:08
di Giorgio Curcio
L’estate calda del Pd: il «no» all’autonomia, i dubbi sul Pnrr. Irto: «In Calabria solo dubbi e poca trasparenza» – VIDEO

LAMEZIA TERME Da una parte il ministro Roberto Calderoli, sostenuto dalla Lega e dalla maggioranza del centrodestra di governo, che non ha alcuna intenzione di fare passi indietro rispetto ad una riforma che ha «solo da aspetti positivi e benefici per il Sud e la Calabria». Dall’altra, una nutrita opposizione composta dagli esponenti del Partito democratico e dai sindacati che già in questi mesi hanno fatto sentire tutto il loro peso. Obiettivo? Osteggiare e bloccare una riforma, per loro, ingiusta e che dividerebbe il paese tra regioni di “serie a” e quelle di “serie b”. In alcuni casi anche “c”, ma questo è un altro aspetto.

Le critiche del Pd

Ma, più in generale, quella del Pd è una visione critica su tantissimi aspetti, tante quante sono le prospettive di riforma caldeggiate dalla maggioranza di governo. Che coincide, in Calabria, con la guida del presidente Roberto Occhiuto, spettatore non pagante di una diatriba che porterà, nelle prossime settimane, ad un ulteriore surriscaldamento del clima politico. Non si nasconde dietro a un dito Nicola Irto, senatore e segretario del Pd calabrese. Ai microfoni del Corriere della Calabria, anche un certo fervore, è lui a definire, ancora una volta, la rotta parallela del suo partito rispetto alle scelte della maggioranza, a partire dalla tanto discussa riforma della giustizia che il ministro Nordio sta puntellando. «Intanto vediamo il testo – dice Irto – stiamo aspettando di vedere il testo di una riforma che ci aspettavamo più ampia e più larga. Invece, dalle notizie che ci sono, si tratta al momento solamente di alcuni spunti di cambiamento su cui esprimiamo alcune perplessità». E in questo caso Nicola Irto ha già preannunciato la “responsabilità” del Pd di «riformare ed emendare il testo».  

La riforma Calderoli che non va

Giustizia a parte, la vera battaglia campale di questi mesi si sta consumando sul terreno della riforma dell’autonomia differenziata. Il ministro Calderoli, da Vibo Valentia, ha raccolto proseliti per una riforma osteggiata dal centrosinistra e dai sindacati, ma che trova ampio consenso sul versante opposto. «Una propaganda – spiega Irto – una vera contro narrazione portata avanti da Calderoli con qualche conferenza stampa e accompagnato da qualche lacchè raccontando magari che l’autonomia differenziata serve. Invece, come sappiamo, come abbiamo visto nella commissione parlamentare in Senato, la proposta Calderoli sull’autonomia differenziata è irrealizzabile perché spacca ulteriormente il Paese». Per Irto, poi, non ci sono le risorse per coprire i lep (livelli essenziali di prestazione ndr)  e per coprire le distanze che ci sono tra il Nord e il Sud. «C’è tutta un’attività di ritorno all’antico, alla prima ipotesi della Lega che era quella di dare più forza alle regioni del Nord e non può pensare di prendere in giro i calabresi e i meridionali passeggiando per la nostra regione».  

«Non possiamo permetterci di sbagliare»

«Mettiamoci le risorse – spiega il senatore Pd – diamo forza al Parlamento ed evitiamo che ci sia un accordo tra Calderoli e le singole regioni, così come ha fatto con la Calabria pensando di prendere in giro il calabrese meridionale e dando più risorse, più forze e più competenze al Nord del Paese, diamo invece ancora più spinta alle sanità regionali che già sono al disastro. Rischiamo davvero questa volta in modo irreversibile di condannare il Mezzogiorno ad uno stato di arretratezza permanente perché questo sistema di autonomia differenziata è un sistema strutturale, non è che lo facciamo e dopo 10 anni diciamo “contrordine compagni, abbiamo sbagliato” e torniamo indietro. Da Irto poi l’invito rivolto direttamente proprio al ministro: «Forse sarebbe più utile che Calderoli si presentasse in Parlamento e aprisse un grande dibattito, una grande discussione parlamentare dove finalmente i parlamentari di centrodestra, del mezzogiorno e della Calabria non dicano “signor sì” solo per colore di maglietta politica, ma si assumono la responsabilità per il futuro e per il bene di questa regione».

roberto-occhiuto

«Da Occhiuto poca chiarezza»

Altro tema caldissimo, l’erogazione della terza tranche del Pnrr. Anche in questo caso, Nicola Irto non usa giri di parole definendo il quadro attuale un vero fallimento. «Giorgia Meloni e il ministro Fitto sono al governo da sei mesi che, nel timing del Pnrr, valgono un quarto di tempo ed è tantissimo ma non hanno fatto nulla e mi preoccupa molto. Non voglio buttarla sul piano politico, ma se lei si collega sul sito dell’Emilia-Romagna del presidente Bonaccini, in diretta si può vedere quali progetti sono stati cantierizzati con risorse del Pnrr, quale si sta cantierizzando, quali progetti sono finanziati con quelle risorse. Purtroppo, in Calabria, chiedete ad Occhiuto che ci possa dire magari in qualche diretta Facebook delle tante che fa se ci dice quali sono le risorse che si stanno impegnando in Calabria. Manca trasparenza, manca l’impegno».

Il cambio di passo

Infine, l’augurio di Nicola Irto: «Immaginiamo e speriamo che ci sia un cambio di passo perché se quelle risorse vengono spese da parte del governo nazionale, da parte della Regione Calabria, non è che ha vinto il centrodestra, hanno vinto i cittadini, ha vinto la Calabria, ha vinto l’Italia». (g.curcio@corrierecal.it)  

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