BOLOGNA Il Tribunale del riesame di Bologna ha accolto il ricorso proposto dagli avvocati Tiziano Saporito e Maurizio Bubbo nell’interesse di Francesco Procopio, tratto in arresto nella recente operazione denominata “Gente d’Aspromonte”, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna, disponendo gli arresti domiciliari con l’uso del braccialetto elettronico. Procopio è indiziato del delitto di partecipazione all’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti per essere stato il corriere dell’associazione; all’indagato sono contestati 13 capi di imputazione (in un’occasione avrebbe trasportato sette chili di cocaina, in altra occasione 59,8 chili di hashish, un capo di imputazione contesta il trasporto di 30 chili di hashish, si parla poi di 50 chili di cocaina, in altra occasione 15 chili di cocaina, in altra ancora 30 chili di cocaina, in un nuovo caso si parla di 30 chili di cocaina, etc…). Nel corso del riesame l’argomentazione difensiva, evidentemente accolta dal Tribunale bolognese, è stata quella della idoneità della misura cautelare degli arresti domiciliari a scongiurare le paventate esigenze perché Procopio Francesco nel giugno 2021 era stato già arrestato per il possesso di 1,2 chili di cocaina e posto dal Tribunale di Crotone agli arresti domiciliare senza poi incorrere in altre violazioni e, conseguentemente, aveva già dato prova di autodisciplina.
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