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Mala cosentina, il pm chiede la condanna di tutti gli imputati di “Testa del Serpente”

Quindici i soggetti coinvolti nel procedimento. Pene dai 13 ai 15 anni invocate per Luigi, Nicola e Marco Abbruzzese del gruppo “Banana”

Pubblicato il: 21/06/2023 – 15:51
di Fabio Benincasa
Mala cosentina, il pm chiede la condanna di tutti gli imputati di “Testa del Serpente”

COSENZA Si è chiusa, questa mattina, la requisitoria del pubblico ministero Corrado Cubellotti nell’ambito del processo in corso dinanzi al tribunale di Cosenza e scaturito dall’inchiesta “Testa del Serpente”. L’operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro, riguarda soggetti che gli inquirenti ritengono appartenenti alle consorterie criminali operanti all’interno della città di Cosenza.

Le richieste di pena

Il pm, dopo aver presentato una corposa memoria documentale ed al termine di una lunga requisitoria, ha invocato le seguenti pene per gli imputati: Luigi Abbruzzese 14 anni e 6 mesi; Marco Abbruzzese 15 anni e 2 mesi; Nicola Abbruzzese 13 anni e 2 mesi; Franco Abbruzzese 8 anni e 6 mesi; Domenico Iaccino 6 anni e 6 mesi; Francesco Casella 9 anni e 4 mesi; Pasquale Paco Germano 3 anni e 6 mesi; Adamo Attento 9 anni e 6 mesi; Alberto Turboli 8 anni e 10 mesi; Giovanni Drago 4 anni e 6 mesi; Andrea Greco 9 anni e 6 mesi; Antonio Marotta 12 anni e 2 mesi; Antonio Abbruzzese 8 anni e 6 mesi; Antonio Bevilacqua 8 anni e 6 mesi; Claudio Alushi 8 anni e 4 mesi.

Le accuse

Al centro dell’inchiesta che riguarda il gruppo degli “Italiani” e quelli degli “Zingari” le rivelazioni dei collaboratori di giustizia hanno messo al centro l’omicidio di Luca Bruni, fratello di Michele (scomparso prematuramente) designato come capo dell’omonima famiglia e fatto fuori perché si ritenesse potesse iniziare a collaborare con la giustizia. Oltre al delitto eccellente di ‘ndrangheta nel territorio cosentino, ci sono anche le lesioni causate dalla gambizzazione di Marco Abbruzzese, nel centro storico di Cosenza. Il reato viene configurato dagli investigatori in un regolamento di conti per questioni di affari illeciti relativi allo spaccio di droga nel centro storico della città dei bruzi.
Un cospicuo numeri di capi di imputazione riguardano invece gli episodi di estorsione, usura, detenzioni di armi e spaccio di sostanza stupefacente. Sono quest’ultime il vero core business della mala cosentina che le forze dell’ordine che hanno eseguito l’operazione ritengono essere i canali di approvvigionamento di guadagni illeciti.

(f.benincasa@corrierecal.it)

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