ROMA «Dalla Sicilia al Piemonte», i condizionamenti criminali sul calcio sono sempre più «espressione di influenza» e strumento di «acquisizione di consenso sociale: al Nord, ad esempio, ci sono diffusi indici di controllo della ‘Ndrangheta su società di serie inferiori, alcune dal nome una volta glorioso». Lo ha detto in audizione davanti alla Commissione antimafia il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo. Il magistrato ha poi spiegato che «le curve negli stadi sono un bacino di reclutamento criminale sia per le mafie che per organizzazioni neonaziste e suprematiste che cavalcano e sfruttano le pulsioni di razzismo dei quali gli stadi italiani sono vergognosamente pieni». Per Melillo, «è cresciuta la capacità delle organizzazioni mafiose di penetrare le curve ed è cresciuta parallelamente la capacità di circuiti apertamente neonazisti di considerare lo stadio un luogo di reclutamento e di ostentazione di sé».
Il procuratore ha affrontato anche il tema della paventata limitazione delle intercettazioni: «Il procuratore nazionale e gli altri distretti – ha detto – hanno inviato una nota al ministro della Giustizia per sottolineare la gravità dello stato delle infrastrutture che reggono il sistema delle intercettazioni e l’urgenza di decisi interventi. Si tratta di temi dei quali ho parlato già nei scorsi intorno a un tavolo di lavoro voluto dalla presidenza del Consiglio dei ministri. Da un lato su questi temi c’è bisogno di maggiori garanzie e dall’altro lato di maggiore efficienza, ma vorrei che fosse chiaro che si tratta di accrescere insieme garanzie ed efficienza senza alcun alcun arretramento sul versante delle intercettazioni. Personalmente non conosco intercettazioni inutili, perché sono disposte da un giudice con un provvedimento non privato procedendo per reati gravi». Melillo ha specificato che «vi sono attività di indagini oltremodo delicate e invasive che sono già proprie delle intercettazioni e nel contempo c’è un deficit nella nostra capacità di penetrare nelle reti digitali che sono ambienti ormai consueti di grandi e piccole reti criminali. C’è bisogno di tutti per fare questo salto sottraendo una materia così delicata sia ai pericoli dei furori polemici sia alle semplificazioni grossolane. L’iniziativa della presidenza del Consiglio aiuta a sperare che questo possa accadere all’interno della cornice fatta di rispetto delle attribuzioni e delle posizioni di tutti».
Melillo ha affrontato anche il tema del narcotraffico: «L’espansione trasnazionale delle principali strutture criminali è determinata dal controllo delle rotte di importazioni di grandi volumi di sostanza stupefacente – ha affermato –. Siamo di fronte a una realtà nuova – aggiunge – un sistema bancario parallelo che si sviluppa attraverso il Sud America, il Medio Oriente, la Turchia, il Pakistan e la Cina, senza cui il narcotraffico nelle attuali forme non sarebbe possibile. Questo potente sistema finanziario parallelo consente di superare ogni sorta di controllo: su questo tema la nostra attenzione è grande e stiamo sviluppando una significativa collaborazione sul piano internazionale».
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