CATANZARO Profilo da tecnico e da indipendente. Così, a fine gennaio scorso, il presidente della Regione Roberto Occhiuto introduceva Marcello Minenna, il super-assessore che il governatore aveva chiamato per sostituire il dimissionario Mauro Dolce e soprattutto per gestire dossier scottanti e delicatissimi, quelli probabilmente più “sensibili” per lo stesso Occhiuto, dall’ambiente – nei segmenti di rifiuti, acqua e depurazione – alla programmazione compresa quella dei fondi comunitari alle Partecipate. La vicenda giudiziaria che ha coinvolto oggi Minenna ha già indotto Occhiuto a riprendersi in mano questi dossier, ma è indubbio che configuri un “peso” perché questi dossier si assommeranno a quelli già gravosi che il governatore sta seguendo, come la sanità, senza dimenticare che nei giorni scorsi il presidente della Regione non ha nascosto una punta di insoddisfazione per come (non) stanno andando avanti alcuni comparti, sia pure non specificandoli.
Minenna sotto questo aspetto appariva davvero l’uomo gusto al posto giusto: sul suo sito Internet le foto con Papa Francesco, con Sergio Mattarella, con i grandi e potenti della politica italiana (e non solo italiana e non solo della politica), e poi un curriculum lunghissimo e molto prestigioso, libri (uno sulla Bce con prefazione di Romano Prodi) pubblicazioni scientifiche e pubblicazioni sul Sole 24 Ore ma anche in passato per il Corriere della Sera, per Repubblica, per il Financial Times e per Wall Street Journal, economista insigne e dirigente pubblico che rientra nella cerchia dei “grand commis” che sono poi quelli che portano avanti l’Italia con le loro competenze e che per questo resistono anche ai cambiamenti politici e sono buoni per tutte le stagioni. Era tutto questo, Marcello Minenna, iquando venne designato da Occhiuto. Un Cv robustissimo nel quale compaiono anche illustri docenze alla Bocconi e alla London Graduate School of Mathematical Finance e tanti incarichi sempre di prestigio. Per Minenna poi anche un passato legato al Movimento 5 Stelle: Minenna infatti è stato assessore al Bilancio del Comune di Roma guidato dal sindaco Virginia Raggi, incarico durato un amen perché Minella si dimise quasi subito nel periodo tormentato dei primi passi dell’amministrazione Raggi anche se il dirigente un giorno ebbe a dichiarare di aver “chiuso con la Raggi ma non con i grillini”. E poi, e forse soprattutto, ruoli apicali alla Consob e infine all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che ha guidato dal 2020 fino alla fine del 2022: nella prima infornata di nomine del governo Meloni Minenna resta fuori ma – osservò in quelle ore qualche attento osservatore politico – ecco subito materializzarsi, nel contesto dello spoil system capitolino, il “paracadute” della designazione di Occhiuto, sempre abile e pronto a destreggiarsi sullo scacchiere nazionale.
Un profilo da tecnico e da indipendente, così Occhiuto descrisse Minenna dopo la sua nomina, il profilo perfetto per il governatore, ideale non solo per la gestione di settori in emergenza ma ideale ma anche per non alterare gli equilibri politici della sua Giunta. Profilo ideale poi, per Occhiuto, anche per rafforzare ancora di più le già forti entrature romane ampliando la squadra dei “grand commis” di spessore che il governatore ha già chiamato in Calabria, da Agostino Miozzo a Ettore Figliolia allo stesso Giuseppe Profiti. Minenna sarebbe arrivato in Calabria dopo pochi giorni, il primo stop con Occhiuto un incontro sui sindaci su acqua e rifiuti. Un avvio, per Minenna, circondato da molta circospezione da parte della politica e della burocrazia regionale, che all’inizio lo hanno vissuto più come un oggetto misterioso, ma poi Minenna ha via via carburato, dando segni più concreti della sua presenza. Nessun effetto avrà sul suo cammino nemmeno l’anticipazione del giornale “Il Domani”, che ad aprile riferisce di un avviso di conclusione delle indagini a carico di Minenna da parte della Procura di Roma, con l’accusa di minaccia e calunnia per fatti legati al suo ruolo all’Agenzia delle Dogane, perché secondo l’ipotesi accusatoria avrebbe minacciato un dipendente per fargli rivelare notizie coperte da segreto istruttorio e atti coperti da indagine. Minenna va avanti e incomincia a farsi conoscere dal territorio calabrese, evidenziando un’indubbia capacità gestionale (quanto ai risultati della sua azione, ovviamente, il tempo è stato del tutto insufficiente per formulare un giudizio esaustivo). Non dura molto, però, nemmeno cinque mesi: oggi la “tegola” dei domiciliari che terranno Minenna lontano dalla Cittadella e obbligheranno Occhiuto a seguire in prima persona (e forse sempre più in solitaria) i dossier più scottanti. (a. c.)
x
x