REGGIO CALABRIA Il Consiglio regionale ha approvato la riforma del mercato del lavoro contenuta in una proposta di legge della Giunta promossa dall’assessore Giovanni Calabrese. Via libera all’unanimità, con il voto favorevole della minoranza che alla fine garantisce il quorum necessario per l’approvazione anche se dai banchi dell’opposizione non mancano dubbi e perplessità sul testo.
Il testo, che contiene “Norme per il mercato del lavoro, le politiche attive e l’apprendimento permanente”, aggiorna una legge risalente ormai a più di 20 anni fa, e si fonda soprattutto sul ruolo nevralgico e centrale dei Centri per l’impiego e della nuova Agenzia, Arpal, acronimo che sta per Agenzia regionale per le politiche attive e i servizi per l’impiego, un ente tecnico-operativo strumentale della Regione, che nasce dalla trasformazione di Azienda Calabria Lavoro. A relazionare sul testo è Pasqualina Straface, di Forza Italia, che spiega come «l’obiettivo di Arpal è quello di governare tutti i processi che riguardano le politiche attive del lavoro, e di svolgere la fondamentale funzione di supporto alla Regione e all’attività dei centri per l’impiego. La trasformazione di Calabria Lavoro in Arpal offre un assetto ancora più forte ad un contenitore che vede nella nuova formulazione uno strumento per l’attuazione delle politiche attive. Vengono rafforzate le funzioni di Calabria Lavoro ed inserite di nuove. Tra queste il supporto ai percorsi di certificazione delle qualifiche e delle competenze ed un più incisivo presidio del sistema informativo del lavoro, ovvero il supporto informatico dei servizi erogati dai Centri per l’Impiego. Arpal assumerà anche la nuova funzione di formare e selezionare il personale della Giunta regionale e degli enti sub-regionali. In questo percorso Azienda Calabria non sarà posta in liquidazione proprio in virtù della trasformazione in atto – ha concluso Pasqualina Straface – per garantire un percorso evolutivo e meglio rispondente alle esigenze della Regione, attraverso la transizione di personale e funzioni».
Il primo a intervenire è Ernesato Alecci, del Pd, che anzitutto evidenzia una incongruenza, la presenzi a nel testo del rifimento all’agenzia nazionale Anpal «che è stata soppressa, auspico che quanto prima sarà corretto, forse c’è stata disattenzione»: Alecci inoltre contesta «una serie di confusioni nel testo, con divers esopvrapposizioni tra i livelli nazionali e regionali. La montagna ha partorito il topolino». Dubbi anche dagli democrat Amalia Bruni, eRaffaele Mammoliti, che afferma: «Questa legge non è una riforma ma un adeguamento normativo, per farla diventare riforma è una sfida che va riempita di contenuti. Ci sono diverse questioni che vanno ancora affrontate, tra cui quelle delle risorse finanziarie e delle risorse umane, quelle di Calabria Lavoro, che hanno maturato una esperienza che va valorizzata».. Per Ferrdinando Laghi, di DeMa, «non c’è l’adeguata copertura finanziaria ed è incerto l’adeguamento professionale di alcuni lavoratori che passano da contratti privati a contratti pubblici, che richiedono un concorso». Dai banchi della maggioranza difesa del testo da parte di Antonio Montuoro, di Fratelli d’Italia, che sottolinea «l’ottimo lavoro dell’assessore calabrese, e la sinergia intensa tra Giunta e Consiglio», e ancora la Straface, che auspica dall’opposizione «un voto coraggioso». Quindi, l’intervento dell’assessore Calabrese, che annuncia il parere favorevole della Giunta agli emendamenti presentati dal Pd Mammoliti e poi osserva: «Per me si tratta di una vera riforma del mercato del lavoro e delle politiche attive, a mio avviso necessaria. La precedente normativa risale a oltre 20 anni fa, e poi anche l’intervento del 2015 è rimasto inattuato. Non è un testo confuso, la confusione è nel mondo del lavoro a causa dei ritardi degli ultimi 20 anni, indipendentemente da chi ha governato. Oggi cerchiamo di mettere ordine con questo testo che è un punto di partenza. Tra i risultati evidenzio che si è avviato il potenziamento dei Centri per l’impiego, grazie allo sforzo del presidente Occhiuto e dell’assessore Pietropaolo, vediamo se in futuro si può fare confluire i Cpi nella nuova Agenzia. Intanto però siamo partiti. Lavoriamo – ha proseguito Calabrese – a un piano del lavoro che sarà un nuovo patto con i calabresi. Il nostro obiettivo è trattenere i giovani svuotando il precariato e facendo del lavoro un antidoto alla criminalità organizzata. Ringrazio infine il mio partito, FdI, per la fiducia». Per dichiarazione di voto ancorai Alecci, che replica alla Straface ricordando che «il nostro voto non è coraggioso ma necessario, perché è grazie a noi che si arriva a quota 21 voti», ribadendo comunque che il Pd avrebbe votato sì alla legge. Infine, il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso: «Ringrazio la minoranza per l’onestà intellettuale, è bello vedere che ci siete nei momenti importanti, differenza della volta precedente quando siete usciti dall’aula».
In una nota diffusa dopo la seduta di Consiglio, l’assessore regionale Calabrese ha ulteriormente specificato: «Si torna a casa con la soddisfazione di aver contribuito a fare approvare, dopo 22 anni, la riforma regionale sulle politiche attive del lavoro. Una legge che supera l’ultimo provvedimento normativo che risale al 2001. Con la nuova legge vogliamo, prima di tutto, provare a invertire la rotta, vogliamo creare quelle condizioni normative per avviare un’azione sinergica sul territorio calabrese con l’obiettivo di rimediare alle scelte sbagliate del passato che ci consegnano oggi una situazione quasi drammatica. Da domani, con la grande e competente squadra del dipartimento lavoro e formazione, inizieremo a costruire un piano strategico e straordinario sul lavoro con l’obiettivo di creare nuova e reale occupazione per i cittadini calabresi evitando costanti fughe fuori Calabria alla ricerca di un posto di lavoro. Grazie a chi con grande impegno mi ha supportato nel costruire questo nuovo e importante progetto di legge approvato oggi con il voto favorevole anche dei consiglieri di opposizione. Oggi un bel giorno per la nostra Calabria». (c. a.)
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