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«Minenna può inquinare le indagini». E il gip “cambia idea” sull’arresto

Richiesta di misura cautelare respinta in aprile. Il nuovo incarico e un’intercettazione modificano la decisione

Pubblicato il: 22/06/2023 – 20:01
«Minenna può inquinare le indagini». E il gip “cambia idea” sull’arresto

ROMA «Preliminarmente, nel provvedimento del 19 aprile 2023 si escludeva il pericolo di reiterazione del reato sempre sul rilievo principale che l’indagato non risultava più ricoprire il suo incarico di Direttore Generale dell’Agenzia dei Monopoli è delle Dogane. Inoltre si evidenziava la non sufficienza delle svariate conversazioni oggetto di captazione, poste all’attenzione da parte del pubblico ministero, intercorse fra l’indagato e numerosi soggetti, pur annotandosi come alcune di esse fossero indicative di un modus operandi evidentemente opaco e spregiudicato, emergendo all’evidenza condotte rientranti nell’ambito di una gestione personalistica dell’Agenzia delle Dogane, nonché inosservanti della deontologia e della disciplina di legge». Lo scrive il gip di Forlì nell’ordinanza con cui ha disposto gli arresti domiciliari per l’ex direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Marcello Minenna, e l’ex deputato della Lega, Gianluca Pini. 
Il giudice fa riferimento a una prima ordinanza, dello scorso aprile, in cui era stata rigettata la richiesta di misura cautelare per Minenna. Ora però, alla luce della sua nomina ad assessore all’Ambiente, alle Partecipate, alla Programmazione unitaria e ai Progetti strategici, della Regione Calabria, sarebbero emersi «elementi nuovi» sottolinea il gip, con l’incarico «apicale oggi ricoperto dall’indagato che consente di superare la precedente valutazione in ordine al venir meno della sua capacità di interferenza e di pressione con riferimento al personale operante nell’istituzione in quanto i poteri a lui conferiti hanno ripristinato tali capacità pur nell’ambito di un settore amministrativo del tutto diverso». 

«Potrebbe fare pressioni su funzionari e dipendenti pubblici»

«Proprio questo importante ruolo affidatogli all’interno della Giunta regionale della Calabria, nonché di cerniera tra Regione Calabria e Ministeri coinvolti nella attuazione del Pnrr – si legge nell’ordinanza – oltre che assessore con delega alle società partecipate dell’ente territoriale, consente di ritenere che egli disponga di molteplici possibilità per inquinare le prove che si devono ancora assumere, esercitando sui singoli funzionari dell’Agenzia delle Dogane da escutere, ma anche su altri dipendenti pubblici, concrete azioni di pressione». 
«La capacità dimostrata dall’imputato di saper agire in tal senso può quindi pacificamente reiterarsi anche nell’esercizio delle nuove funzioni di assessore della Giunta regionale calabrese. Come condivisibilmente emerge dalla richiesta del pubblico ministero – sottolinea il gip – rileva la “tempistica”, in quanto il nuovo incarico è stato assunto senza soluzione di continuità, tra il momento in cui egli ha cessato dall’incarico di Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane e quello in cui è stato nominato in una Giunta regionale quale Assessore con delega all’ambiente ed al territorio (nonostante egli sia un economista che ha svolto la sua attività professionale principalmente presso la Consob)». «Nonostante la principale delega, apparentemente, sembri avere ad oggetto ambiente e territorio, in realtà a Milena sono state affidate una molteplicità di deleghe che poca (se non nessuna) attinenza hanno con il territorio – sottolinea il gip -ma che, in realtà, permettono a Minenna di disporre di grande potere» con deleghe «che, proprio per l’attuazione del Pnrr, determina la gestione di una rilevante quantità di denaro pubblico e di poteri» si legge. «Tra i progetti che Minenna, in qualità di assessore regionale, sta personalmente seguendo – prosegue il giudice – vi è il rigassificatore presso il porto di Gioia Tauro; tale progetto non solo è di assoluto rilievo nazionale, ma anche oggetto di precedenti interlocuzioni che egli aveva avuto con il Presidente della Regione Calabria nella sua veste di Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli».

La «personalità criminale» di Minenna

Nelle esigenze cautelari che hanno portato ai domiciliari Marcello Minenna, ex numero uno dell’Agenzia delle Dogane, si afferma che un ulteriore «elemento di novità consente di ritenere egualmente che il reato» contestato a Minenna «non rappresenti un unicum, quanto, piuttosto, un costante modus operandi delinquenziale, ripetibile in ogni altra istituzione nella quale egli è chiamato a svolgere un ruolo di rilievo, quale è quello attuale di Assessore della Giunta regionale calabrese». Si tratta, afferma il gip di Forlì, «della intervenuta notifica nei suoi confronti dell’avviso di conclusione delle indagini dalla Procura della Repubblica di Roma per fatti gravi commessi tra febbraio e dicembre 2020». Il giudice afferma che dall’atto dei pm della Capitale emerge che a Minenna sono contestati i reati di violenza, minaccia e calunnia emesso il 31 gennaio scorso in cui risultano persone offese tre dirigenti dell’Agenzia delle Dogana. Reati che «rappresentano espressione chiara della personalità criminale dell’indagato il quale non ha esitato a commettere anche reati al fine di rimuovere ogni funzionario dell’Agenzia delle Dogane che intendesse contrastare la propria gestione padronale di siffatta Istituzione». 

Ad aprile la respinta richiesta misura cautelare

Dagli atti emerge che il gip di Forlì aveva respinto, nell’aprile scorso, una prima richiesta di misura cautelare nei confronti dell’ex dg dell’Agenzia delle Dogane. Una «originaria valutazione», scrive il gip nell’ordinanza cautelare, che però «può essere completamente rivisitato alla luce di nuovi elementi», cioè l’incarico come assessore e «il contenuto di una conversazione telefonica captata sull’utenza di Minenna». Quanto alla conversazione captata (nella quale il manager dialoga con un parlamentare, osserva il gip, «si evince la sua volontà addirittura di incidere proprio nella fase procedimentale sui pubblici ministeri della Procura di Roma che stanno svolgendo indagini a suo carico».

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