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«’Ndrangheta assassina dell’ambiente calabrese». Il drammatico report 2023 di Legambiente sugli ecoreati – VIDEO

A Trame festival le anticipazioni dell’associazione ambientalista affidate a Fontana: «344 reati in Calabria nel ciclo dei rifiuti nel 2022»

Pubblicato il: 22/06/2023 – 19:36
di Giorgio Curcio
«’Ndrangheta assassina dell’ambiente calabrese». Il drammatico report 2023 di Legambiente sugli ecoreati – VIDEO

LAMEZIA TERME Nel 2022 l’attività delle forze dell’ordine ha permesso di individuare 344 reati in Calabria nel ciclo dei rifiuti, quasi uno al giorno. Reati connessi poi al sequestro di una discarica abusiva, un’attività di traffico illecito di rifiuti, appalti e gestione illeciti di reflui industriali. Sono state, invece, 387 le persone denunciate per reati connessi al ciclo dei rifiuti, 14 le ordinanze di custodia cautelare e 148 i sequestri.  

L’anteprima a Trame

Numeri allarmanti e che dipingono un quadro inquietante quelli forniti, in anteprima, da Legambiente nel corso dell’appuntamento organizzato nel corso di Trame Festival a Lamezia Terme, accompagnato da Gianni Arena di Legambiente Lamezia. Quelli snocciolati da Enrico Fontana di Legambiente e dell’Osservatorio Ambiente e Legalità sono contenuti nel rapporto Ecomafia 2023 che l’11 luglio sarà diffuso integralmente a Roma. Con un faro acceso sulla Calabria, Legambiente ha confermato quanto gli ecoreati impattino enormemente non solo sull’ambiente, ma anche sulla tenuta economica e sociale della nostra regione, a causa essenzialmente dell’attività oppressiva delle cosche della ‘ndrangheta. E non è un caso, infatti, se proprio la Calabria sia stabilmente tra le prime cinque regioni italiane nella classifica nazionale insieme a Puglia, Sicilia, Campania e Lazio.  

La provincia di Cosenza la peggiore

Secondo i dati, dunque, la provincia calabrese più colpita dagli illeciti ambientali è quella di Cosenza: 106 reati registrati nel ciclo dei rifiuti nel solo 2022. Segue Reggio Calabria e Vibo Valentia. Numeri che fotografano la risposta dello Stato perché sono dati forniti dalle forze dell’ordine e dalle capitanerie di porto. «Risultati – ha spiegato Fontana nel corso della conferenza stampa – dello straordinario lavoro fatto». E sono quasi tutti reati di impresa quindi non il frutto dell’abbondono da parte dei cittadini di un sacchetto di rifiuti ai bordi delle strade.  

I dati degli ultimi cinque anni

Nel corso del suo intervento Fontana – ancora in anteprima – ha illustrato i dati che riguardano gli ultimi cinque anni, dal 2017 al 2021. In Calabria sono stati accertati oltre 14.518 reati contro l’ambiente; sono state denunciate più di 12.871 persone, ne sono state arrestate 209 mentre sono stati 5.214 i sequestri. L’attività illecita più pesante è quella legata al ciclo del cemento: gare abusive, ricostruzioni illegali, reati dell’urbanistica, quelli degli appalti, «di gran lunga la filiera più preoccupante e dove peraltro è più forte il legame con la criminalità organizzata». Anche in questo caso la provincia più colpita è quella di Cosenza con 855 reati.

Gli incendi

Spazio, poi, al fenomeno degli incendi. Sebbene i numeri del 2022 mostrino una diminuzione significativa per ragioni climatiche, ma anche per una repressione e una prevenzione più efficace dopo la drammatica emergenza calabrese del 2021, c’è un dato riferito agli anni precedenti che è significativo. Dal 2017 al 2021, in Calabria, sono state trasformate in cenere oltre 87mila ettari di superfici boschive e non boschive. «Le cause degli incendi possono essere molteplici – spiega ancora Fontana – ma abbiamo notato una coincidenza allarmante tra i comuni sciolti per mafia, la mappa della Dia sulla presenza delle cosche di ‘ndrangheta e i boschi».

«La ‘ndrangheta è l’assassina dell’ambiente calabrese»

Da Fontana, poi, l’assunto che descrive al meglio la situazione drammatica degli ecoreati e l’impatto della ‘ndrangheta in Calabria che, spiega Fontana «non è solo una zavorra, è qualcosa di più: la ‘ndrangheta è l’assassina dell’ambiente in Calabria, e trova connivenze e complicità perché alla fine l’ecomafia non è altro che il punto di incontro tra criminalità organizzata di stampo mafioso, criminalità ambientale e criminalità economica. Tra soggetti che, messi insieme, definiscono il perimetro dell’ecomafia. E la ‘ndrangheta, non solo in Calabria, ha scansato la Camorra. La ‘ndrangheta ha fatto di più, allargando anche gli interessi nel deposito di rifiuti in grandi capannoni anche in Lombardia».  (g.curcio@corrierecal.it)

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