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Il caso

Eni insiste. Veleni dell’ex Pertusola da smaltire in Calabria. L’ira di Voce

La società: «Non esiste in Europa una discarica per accogliere i rifiuti speciali». Il sindaco di Crotone: «Conduco una guerra personale»

Pubblicato il: 23/06/2023 – 18:12
di Gaetano Megna
Eni insiste. Veleni dell’ex Pertusola da smaltire in Calabria. L’ira di Voce

CROTONE L’Eni non rinuncia al progetto di smaltire in Calabria i rifiuti provenienti da attività industriali, presenti nella discarica fronte mare di Farina-Trappeto e il sindaco di Crotone invita tutti ad avere buon senso.
Si tratta di un milione di tonnellate di rifiuti per lo più tossici, pericolosi e radioattivi che dovevano essere trasferiti e smaltiti fuori dal territorio calabrese. Questo quanto previsto dal Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur), approvato dalla giunta regionale calabrese al tempo del presidente Mario Oliverio e mai modificato. Lo prevedono anche le conferenze dei servizi del 24 ottobre del 2019 e del 9 febbraio 2023.
L’Eni vorrebbe mettere in discussione sia il Paur che le conferenze dei servizi, a conclusione delle quali i tre enti locali interessati alla vicenda (Regione Calabria, Comune e Provincia di Crotone) hanno mantenuto la tesi del trasferimento fuori regione di quei veleni “accarezzati” dalle onde del mare, confermando così il contenuto del Paur. Il problema è che c’è la consapevolezza diffusa che quei rifiuti debbano essere spostati in qualche altro sito. Questo aspetto interessa anche la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone che ha spesso acceso i riflettori sulla vicenda.
L’Eni Rewind sostiene che non è un problema di volontà, ma piuttosto una questione concreta in quanto non esisterebbe in Europa una discarica che possa accogliere la quantità di rifiuti presenti a Crotone con matrice d’amianto. Poteva essere utilizzata la discarica di Columbra, che dista pochi chilometri dalla città pitagorica, ma la sezione che accoglie i rifiuti tossici e pericolosi di questo impianto non ha l’autorizzazione per smaltire rifiuti con matrice d’amianto. Quando la capienza di Columbra era al massimo sarebbe stato sufficiente cambiare il codice Cer e fare un adeguamento. E’ mancata la volontà e intanto a Crotone la discarica di Columbra ha accolto e continua ad accoglie i veleni provenienti da altre regioni. Per i rifiuti con matrice d’amianto presenti nella discarica nota con il nome della “Passeggiata degli innamorati” non si riesce a trovare il sito per smaltirli tutti.
L’Eni aveva già contestato “timidamente” il Paur e le decisioni assunte nella conferenza dei servizi decisoria del 24 ottobre 2019, forse sperando che alla fine Regione, Comune e Provincia di Crotone si sarebbero adeguati alla sua volontà di non traferire i veleni fuori dalla Calabria. Nel 2022 è stato, quindi, riavviato un iter considerato chiuso e il 9 febbraio scorso è stata convocata una nuova conferenza dei servizi alla quale i tre enti locali (Regione, Comune e Provincia) hanno mantenuto la barra dritta, confermando il progetto di traferire fuori dalla Calabria i veleni di Crotone. Contro questa conferma l’Eni Rewind ha presentato un ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Calabria in quanto le decisioni assunte «costituiscono motivo ostativo alla conclusione positiva del procedimento».

L’attuale posizione dell’Eni

Il 24 marzo, poi, l’Eni ha trasmesso ai soggetti interessati, compreso il ministero dell’Ambiente, la nota “con la quale, fra l’altro contesta la mancata rimozione del vincolo posto dal Paur di conferire i rifiuti fuori dal territorio regionale, al fine di poter proseguire: con le attività di rimozione dei rifiuti pericolosi e Tenorm; di trovare una soluzione per il conferimento dei rifiuti derivanti dalla bonifica costituiti da Tenorm con amianto”. Con lo stesso documento ha chiesto anche «il riavvio dell’iter istruttorio della variante al Pob Fase 2 (Piano operativo bonifica fase 2, ndr) in oggetto (vedi PRGR), pur confermando la disponibilità ad individuare una soluzione alternativa di discarica di servizio in un’altra area, nella provincia di Crotone, non soggetta a vincoli e previo confronto istituzionale /tecnico partecipato dal Mase, dalla Regione Calabria, Provincia e Comune”. Ha, infine, proposto “la convocazione da parte del ministero di un tavolo istituzionale preliminare con i presidenti della Regione Calabria e della Provincia e con il sindaco del Comune di Crotone, in cui prospettare tutte le possibili soluzioni percorribili al fine di superare le criticità evidenziate nella presente nota, per l’avvio degli scavi previsti della bonifica, garantendo quindi il completamento di tutte le attività previste dal POB Fase 2».
L’Eni ha presentato il ricorso al Tar, ma ha rinunciato al proposito di costruire nel sito dell’ex Pertusola sud, di sua proprietà, un impianto per trasferire i rifiuti presenti nella discarica fronte mare. Questo era l’obiettivo di Eni Rewind per quanto riguarda la soluzione da adottare a Crotone, prima che si tenesse la conferenza dei servizi del 9 febbraio scorso. Ora propone di individuare un sito sul territorio provincia. La preoccupazione è rappresentata dal fatto che si possa pensare all’area di Giammiglione, perché anche questo sito, a ridosso del centro abitato della città pitagorica, è stato attenzionato da Eni e privati.

L’idea del sindaco di Crotone

Il sindaco di Crotone conferma che Eni Rewind esclude che i rifiuti di Crotone possano essere traferiti fuori dal territorio calabrese. Parlando del problema, Voce dice: «La solita storiella dei Tenorm, con matrice d’amianto, che potrebbe essere vera», ma «anche l’Eni definisce un paradosso il fatto che a Crotone c’è la discarica di Columbra, dove arrivano schifezze da ogni parte e non possono essere smaltiti i nostri rifiuti».
«La vera preoccupazione è che ci troviamo di fronte ad una situazione da cui sembra difficile uscire». «Il politico – dice -: “La migliore soluzione è quella che le cose restino così, perché quando si ha a che fare con la bonifica qualunque possa essere la scelta è sempre sbagliata”». Si riferisce alla posizione intransigente assunta da Regione, Comune e Provincia nel dire no allo smaltimento dei rifiuti nel sito dell’ex Pertusola sud. «Da sindaco dico – ha sottolineato Voce – abbiamo bocciato tutto e mandato tutto al mittente, Eni deve portare i rifiuti fuori regione… ma così non concludiamo niente».
La soluzione, per uscire dal “cul de sac” in cui la vicenda si è arenata, va individuata e «l’Eni sta cercando un nuovo sito».
Ma non è che sta pensando a Giammiglione? A questa domanda, Voce ha risposto: «Sto facendo una guerra quasi personale perché quella discarica la vorrebbero tutti». Tutti chi? «Dietro il progetto di quella discarica ci sono una serie di contenziosi e quando ci sono contenziosi ci potrebbero essere responsabilità anche su chi ha istruito».
Voce non specifica se chi ha istruito è un tecnico della Regione, del Comune o della Provincia. L’accusa è comunque grave. «Il modo migliore per uscirne sarebbe quella di fargliela fare, ma questo io non l’accetto perché parliamo di un impianto enorme, un mostro che vorrebbero costruire in una zona dove non dovrebbe costruirsi nulla», così Voce chiude l’argomento su Gaimmiglione. E l’Eni? «Dove vuole costruire non lo so. L’unica cosa certa è che l’Eni deve bonificare e la soluzione potrebbe essere trovata incontrandoci Comune, Provincia, Regione e società, prendere atto della situazione e trovare la soluzione migliore per Crotone».

L’Eni non dice qual è l’intervento da fare negli altri siti inquinati

Nel nuovo documento l’Eni non fa riferimento alla zona Armeria (prolungamento della discarica fronte mare di Farina-Trappeto), dove ci sono le ferriti di zinco, i veleni più pericolosi, e nemmeno al resto dei rifiuti sparsi all’interno del sito dell’ex Pertusola sud. Si ha l’idea che voglia realizzare interventi esclusivamente nelle zone che interessano la discarica a mare della “Passeggiata degli innamorati”, dove sono custoditi i resti di lavorazione industriale contenenti amianto. Cosa voglia fare sul resto non si sa e non si capisce perché, al momento, c’è scarso interesse per il resto. Se le cose dovessero restare così a pagare il prezzo più alto saranno i cittadini e la loro salute. (redazione@corrierecal.it)

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