COSENZA Le prime dichiarazioni da pentito di Roberto Porcaro, ex reggente del clan degli “Italiani”, braccio destro del boss Francesco Patitucci e oggi collaboratore di giustizia. I verbali di interrogatorio resi dinanzi i magistrati della Dda di Catanzaro sono stati depositati questa mattina nel corso dell’udienza preliminare del processo “Reset” in corso all’aula bunker di Lamezia Terme. Porcaro ha ufficialmente iniziato il suo periodo di collaborazione con la magistratura lo scorso 20 aprile 2023, data nella quale ha reso il primo verbale. Seguono altri cinque interrogatori conditi da notizie, racconti, narrazioni che gli investigatori ritengono utili a ricostruire l’universo criminale del cosentino.
Roberto Porcaro inizia con il raccontare le dinamiche all’interno dell’organizzazione della mala bruzia, parla di alcuni soggetti gravitanti nel gruppo della ‘ndrangheta confederata, partendo da Francesco Patitucci. Che «rappresenta il vertice di tutta l’associazione. Posso affermare che già dal 2009- 2010, quando erano latitanti Ettore Lanzino e Franco Presta, ricopriva questo sostanziale ruolo di vertice ed è rimasto inalterato fino all’attualità». «Ettore Lanzino anche a seguito del suo arresto avvenuto nel 2012, è considerato anche oggi (parlo sempre al momento n cui sono stato arrestato nel dicembre 2019) un elemento di vertice dell’associazione». Stesso discorso vale anche per Gianfranco Ruà. Anche se «non può formalmente figurare nelle copiate di ‘ndrangheta poiché lo stesso Ruà aveva manifestato la cosiddetta dissociazione (ad esclusivo fine di ottenere benefici penitenziari) e ciò costituiva una sorta di disonore nella logica tradizionale di ‘ndrangheta».
Anche Gianfranco Bruni – sempre secondo il collaboratore – è «considerato un elemento di vertice dell’associazione, percependo lo stipendio e mantenendo un considerevole rispetto criminale per essere stato parte della storia della ‘ndrangheta cosentina». Un altro passaggio, Porcaro lo dedica a Maurizio Rango «considerato capo dell’associazione, destinatario di regolare stipendio che gli veniva corrisposto da parte degli Zingari, nonché tuttora considerato vertice criminale dagli altri associati». Altra figura cristallizzata nei racconti del pentito è Ettore Sottile «persona di strettissima fiducia di Maurizio Rango». L’interrogatorio prosegue e il collaboratore traccia l’identikit degli altri presunti associati ai clan della mala cosentina. «Mario Piromallo detto Renato, è un capo dell’organizzazione criminale: si colloca appena un gradino sotto Francesco Patitucci ed ha un’ampia capacita decisionale in ordine alle attività delittuose per conto dell’associazione». Sarebbe associato anche Salvatore Ariello.
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