SAN LUCIDO Scritte in caratteri rossi, in stampatello, su un muro. La mano è la stessa e questa mano ringrazia il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e la Direzione distrettuale antimafia che questi guida. Non è un caso che le scritte siano apparse a San Lucido, dove il nove maggio scorso è stata condotta dai carabinieri l’operazione “Affari di famiglia” contro le cosche Calabria e Tundis che stavano prendendo il sopravvento sulla costa tirrenica.
Da San Lucido alle porte di Amantea praticavano estorsioni, usura, esercizio abusivo del credito, schiacciavano l’economia attraverso le intimidazioni. Detenevano il monopolio dello spaccio di droga.
Erano due associazioni dedite al traffico di stupefacenti operanti a San Lucido e Paola. Il gruppo di San Lucido aveva Cosenza come canale di approvvigionamento della droga, quello di Paola non disdegnava i canali classici ovvero di rifornirsi anche nella Piana di Gioia Tauro. Le indagini si sono avvalse delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia e di attività tecniche di controllo del territorio e di intercettazione dalle quali sono emerse le attività estorsive, i tentativi di incendio a esercizi commerciali e pressioni sulle vittime per costringerle a piegarsi ai desiderata della consorteria.
Tutto avveniva nella totale omertà delle vittime.
Qualcuno, però, in maniera anonima, ha voluto, a suo modo, ringraziare per la liberazione di questo pezzetto di costa tirrenica.
«Grazie alla Dda», «Grazie Gratteri».
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