CROTONE «I cittadini dell’area contaminata di Crotone, Cassano allo Ionio e Cerchiara continuano ad ammalarsi e a morire, senza che si porti a compimento la tanto attesa fase di smaltimento dei rifiuti e la bonifica di tale area riconosciuta come sito di interesse nazionale (Sin) per la sua pericolosità. Per questo motivo ho presentato una mozione in Consiglio regionale a firma di tutti i capigruppo, prontamente approvata all’unanimità nell’ultima seduta, con la quale impegniamo il presidente della Giunta a coordinarsi con le istituzioni coinvolte per contrastare, anche in sede giudiziaria, il tentativo della società Eni di tombare i rifiuti sul nostro territorio». Lo scrive in una nota Amalia Bruni (Pd), vicepresidente della Commissione Sanità in Consiglio Regionale.
«La bonifica dell’area è già stata riconosciuta da una sentenza del Tribunale di Milano passata in giudicato, la stessa che ha condannato Eni al pagamento di 72 milioni di euro per il danno ambientale provocato – continua Bruni –. La Conferenza dei servizi del 9 febbraio 2023, convocata dal Ministero, ha deliberato che i rifiuti debbano essere trasferiti fuori dal territorio calabrese, bocciando l’idea di Eni di tombare parte del sito industriale e spostare il resto in una discarica privata nella zona di Papanice. Non ci sono compromessi accettabili, considerato che le popolazioni residenti nel Sin Crotone, Cassano e Cerchiara registrano allarmanti dati di rischio per la salute a causa delle esposizioni ambientali, dimostrati tra l’altro dallo studio Sentieri (promosso dall’Istituto Superiore di Sanità di concerto con il Ministero della Salute e il Ministero dell’Ambiente): aumento di tumori, mortalità prematura, maggiore ospedalizzazione per tumori in età giovanile dai 0 ai 29 anni, a cui si aggiunge il fatto che si tratta di territori segnati da un alto livello di deprivazione socioeconomica, condizione che incide negativamente sulla qualità di vita e salute».
«La mozione approvata – conclude la consigliera regionale – impegna, dunque, il Presidente Occhiuto a impiegare tutte le sue forze per tutelare la salute pubblica, anche in sede governativa con i ministeri coinvolti, e a sollecitare il governo per la nomina del Commissario del Sin Calabria. Il business e la speculazione commerciale hanno già creato irreparabili danni a questi territori. Da calabresi non possiamo accettare che l’inquinamento ambientale continui a rappresentare una costante minaccia alla salute umana, in una terra in cui la sanità è già messa a dura prova da numerose problematicità».
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