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SETTE GIORNI DI CALABRESI PENSIERI

Contro l’esodo dei calabresi che hanno perso la speranza non bastano le statistiche (né le preghiere)

Si fonda sull’esodo la rivolta contro un territorio – bocciato – che non tutela la capacità. Cinema, Schlein e Gratteri: i voti della settimana

Pubblicato il: 24/06/2023 – 6:46
di Paride Leporace
Contro l’esodo dei calabresi che hanno perso la speranza non bastano le statistiche (né le preghiere)

Bankitalia ci informa che la Calabria è la regione che perde in Italia il più alto numero di persone in età tra i 15 e i 65 anni, cioè a dire quella fascia di popolazione produttiva dedita a studio e lavoro. Altro record della nostra regione sta nel dato che siamo la regione che perde più giovani laureati: sono ben 20654. La locomotiva Lombardia ne accoglie invece ben 53846.
La vicepresidente della Regione Calabria con delega all’Istruzione, Giusi Princi, al canonico saluto ai maturandi nel primo giorno d’esame ha voluto aggiungere una sua preghiera laica: «Io spero che in molti abbiate deciso dalla prossima stagione di frequentare gli atenei calabresi che hanno raggiunto punte di eccellenza in vari ambiti della scienza e della cultura. Scegliere di rimanere in Calabria per continuare gli studi significa anche contribuire allo sviluppo e al progresso della nostra terra»; aggiungendo poi un poetico pensiero di Marguerite Yourcenar.
Apprezzo lo sforzo della professoressa Princi. Da dirigente scolastico, prima della sua nomina politica, si è guadagnata una medaglia da Mattarella per le iniziative legalitarie nel liceo reggino da lei ben guidato anche in utili innovazioni didattiche. Da assessore regionale, al momento, la vicepresidente Princi, purtroppo, stando ai dati, non va ancora oltre la sufficienza.
Ancora una volta i giovani più bravi vanno via dalla loro regione. Qui non c’è bisogno di statistiche ma di vite vissute. Quanti vostri amici e parenti hanno figli sparsi nel mondo? Sono quelli che hanno perso la speranza collettiva di prendere in mano i loro destini per creare il loro presente qui e ora. Sul finire del XX secolo in Calabria la tendenza fu diversa. Registrammo il protagonismo di una nuova generazione, la quale spesso dopo essersi laureata altrove, decise di tornare per dare un contributo «a quel luogo natio dove per la prima volta si è posato uno sguardo consapevoli su sé stessi», per restare alla citazione della professoressa Princi.
Dobbiamo constatare di essere di nuovo davanti a una rivolta che si poggia sull’esodo. Non riconoscere il merito, non tutelare la capacità, il dominio delle filiere corte di un potere untuoso e il capitale umano disatteso hanno creato nelle giovani generazioni calabresi una sfiducia di massa nelle possibilità che offre la loro terra. Se la politica è l’arte del possibile deve saper essere capace di trasformarla questa vita agra fatta di tempi lenti di attesa per trovare un posto al mondo. La Calabria è colma di stazioni vuote senza una presa per caricare un cellulare e di lontani aeroporti con tariffe molto care. Lo stato liberale unitario fu prodigo di grandi inchieste per comprendere le condizioni della Calabria. Da quando tempo in Parlamento non si parla di noi? I calabresi vogliono essere parlati, scriveva Corrado Alvaro. Oggi che tutti si dichiarano liberali, senza capire il senso del termine, il dato di indagine si è perso nel secolo brevissimo di whatsapp delle eterne “chiacchiere a vacante”. Ci fosse un vero liberale al potere o all’opposizione in Italia risulterebbe più a sinistra di un comunista.

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Hanno arrestato l’assessore regionale all’Ambiente, Marcello Minenna, per vicende della sua attività di manager. Vale la presunzione d’innocenza. Un consiglio per il governatore: scelga un sostituto all’altezza della sfida.

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Russel Crowe è sbarcato in Calabria per aprire la sua torneè musicale italiana a Catanzaro e tutto va in scena secondo copione. A partire dalla foto opportunity sull’affaccio di Tropea con profluvio di meme utili al miglior cazzeggio possibile. L’ex gladiatore ha detto la frase che inorgoglisce molti e aizza gli scontenti: «Tutto il mondo dovrebbe vedere la Calabria». I decibel social di apocalittici e integrati sono stati nella norma. La polemica più argomentata è giunta dall’intellettuale Franco Cimino, che con il garbo che lo contraddistingue ha scritto all’attore australiano esplicitando rammarico per una sua frase favorevole alle pale eoliche che ornano il nostro territorio. A Cimino voto “otto” per la difesa del proprio pensiero bucolico.
La vera buona novella a mio parere giunge dal Magna Grecia Film Festival che per celebrare il suo ventennio ha saputo organizzare un grande evento ben riuscito. Voto “otto”. Finalmente il cinema in Calabria ha preso una buona rotta che va mantenuta tenendo lontano pirati improvvisati.

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In ottobre ricorre il centenario della nascita del regista Vittorio De Seta. Egli è il più grande documentarista italiano, in questi giorni celebrato al festival di Pesaro (era presenta come ospite la Cineteca della Calabria). Può la Calabria dimenticare uno dei suoi più illustri registi? Spero ci sia una manifestazione adeguata alla ricorrenza.

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Si è aperto “Trame” festival dedicato ai libri sulla mafia. Evento storicizzato molto seguito a Lamezia. È arrivata il segretario Pd Elly Schlein all’inaugurazione a posizionarsi sul crocevia antimafia. Foto opportunity con sfondo Borsellino e nessun riferimento specifico alla Calabria. Anzi il consigliere regionale Alecci del Pd nella trasmissione “L’altra politica” del nostro Corriere ha lamentato del mancato incontro con i dirigenti locali. Pensare che un tempo i ministri calabresi non mancavano mai di passare in sezione quando passavano da un paese. Sarà che non ci sono più le sezioni.

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Il segretario Schlein si è intrattenuta qualche minuto con Nicola Gratteri, storica guest star di “Trame” che ha ricevuto bagno di folla e di consenso secondo tradizione. Difesa delle intercettazioni contro la riforma Nordio e denunce a «ex rappresentanti delle istituzioni che si celano dietro profili Fb» per diffondere notizie diffamatorie. Strali anche agli avvocati che a Rinascita Scott non si presentano in aula e sul punto benemerenza al nostro Corriere «unico giornale che ne ha parlato». E anche queste sono soddisfazioni.

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Commemorata a Cetraro la figura di Giannino Losardo ucciso dalla ‘ndrangheta locale 43 anni fa. Per l’occasione autorità e attivisti in visita alla Came vittima di un attentato intimidatorio con tre chili di tritolo. Alla memoria di Losardo voto “dieci” e “zero” alla bombarola cosca Muto impunita per l’omicidio.

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Voto “dieci” anche al sindaco di Calopezzati, Antonello Giudiceandrea, che nei giorni scorsi ha fatto abbattere con le ruspe quello che restava dello stabilimento balneare “A voce do mare”, già sequestrato per occupazione demaniale risultata priva di autorizzazione. La struttura rappresentava un pericolo per l’incolumità pubblica e un orrore per il paesaggio. Un esempio da seguire.

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Complimenti e voto “nove” al consigliere regionale della Lega, Pietro Molinaro, che ha risolto la questione di un minuto legata alle strambe coincidenze di chi va da Milano in Calabria con treno. Con l’arrivo alle 8,21 dell’Intercity i passeggeri della notte in transito a Taranto rimanevano bloccati in Puglia per quattro ore. Ora con arrivo previsto alle 8,20 si trova la connessione per Jonica e Basilicata. La lettera ufficiale del consigliere ha indotto Trenitalia a rimuovere l’errore. Quando la politica di servizio ha senso compiuto.

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Apprendo che Mondadori pubblica il carteggio tra Italo Calvino e Leonardo Sciascia. La prima volta che il maestro di Racalmuto scrive allo scrittore funzionario dell’Einaudi chiede una copia del libro “Caratteri” scritto dal calabrese Mario La Cava da recensire per una sua rivista. Era il 19 maggio 1953. Sono passati settant’anni. Spero che fra cent’anni in uno scambio di mail tra intellettuali dalla portata di Sciascia e Calvino i nostri nipoti scoprano ancora il nome e il libro di un autore calabrese. Sperando che lo scoprano a Girifalco o ad Acri e non a Vancouver. (redazione@corrierecal.it)

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