CATANZARO «Sono passati due anni dai roboanti annunci dei 2 miliardi di investimenti da destinare al sistema depurativo-fognario e acquedottistico della nostra regione. Cifre importantissime che si vanno ad aggiungere alle decine di milioni di euro del Por Calabria 2014-2020 destinati agli agglomerati interessati dalle tre procedure d’infrazione che interessano l’Italia e per le quali la Calabria è presente con un largo numero di agglomerati: 2004/2034, 2014/2059 e la 2017/2181». Così l’eurodeputata del Movimento 5 stelle, Laura Ferrara, che interroga nuovamente la Commissione europea sul tema della depurazione in Calabria.
«Ritorno sul tema della depurazione constatando che le cose non cambiano e che i risultati tardano, e a giudicare dalla lentezza con cui si procede tarderanno ancora per molto, ad arrivare. A dar conto dello stallo è il canale ufficiale della depurazione regionale, “Banca dati depurazione Calabria” il cui stato di attuazione degli interventi, risulta fermo a dicembre 2021. Sono 155 gli interventi lì previsti e gli interventi che risultano collaudati non sono nemmeno una decina, moltissimi risultano ancora in fase di progettazione o ancora peggio in fase di affidamento dei lavori», spiega ancora Ferrara.
«Si procede a passo di lumaca e purtroppo anche sulla trasparenza circa l’andamento del cronoprogramma si registrano forti ritardi. A due anni di distanza da questa ennesima programmazione e a pochi mesi dalle scadenze di spesa previste dal Por 2014/2020, ho inteso, ancora una volta, sollecitare sul tema la Commissione europea con una interrogazione urgente. Chiedo nello specifico quanti dei suddetti interventi sono stati ultimati e collaudati e a quanto ammontano, ad oggi, le spese certificate a valere sul Por Calabria 2014-2020, per misure destinate al settore depurazione, dei circa 66 milioni di euro iniziali messi a disposizione dal Fesr. Inoltre chiedo di conoscere quanti dei 174 agglomerati calabresi rimangono ancora oggi coinvolti nelle suindicate procedure d’infrazione. La depurazione era ed è una priorità e non tema da spicciola propaganda. Ogni euro investito, concretamente e non solo annunciato, dovrebbe concorrere a sanare definitivamente il settore da cui, è bene ricordarlo, dipende non solo la salute dei nostri mari e quindi anche l’economia della nostra terra a vocazione turistica, ma anche, e soprattutto, la salute dei cittadini», conclude l’europarlamentare.
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