CROTONE C’è anche l’ex europarlamentare del Pd Massimo Paolucci tra gli indagati nell’inchiesta della Dda di Catanzaro che ha portato all’arresto di 34 persone. Da sempre considerato un fedelissimo di Massimo D’Alema, Paolucci ha una grossa esperienza nel settore dell’ambiente (è stato commissario vicario per l’Emergenza Rifiuti, bonifiche e acqua tra il 2001 e il 2004). Ed è proprio un tour in alcune aziende che si occupano di servizi ambientali a “inguaiarlo”. Prima delle elezioni per il Parlamento europeo del maggio 2019, Paolucci – che nella galassia dem faceva riferimento alla stessa corrente di Adamo e Oliverio –, assieme ad Antonietta Rizzo (all’epoca assessore all’Ambiente) e al suo collaboratore Giovanni Greco, fa visita alla sede di Ecosystem a Lamezia Terme. Siamo nell’aprile 2019 e sono presenti anche «Alessandro Vescio, coordinatore regionale del Consorzio di recupero e riciclo degli imballaggi cellulosici» e «Alfonso Dattolo, soggetto indicato come anello di collegamento tra la politica e la impresa Ecosysem».
Nella sede dell’azienda, l’assessore Rizzo, «dopo avere esposto il curriculum politico del candidato (tra cui quello di soggetto in passato incardinato nel commissariato per l’Emergenza rifiuti in Campania, nonché di persona attenta alle politiche ambientali presso il Parlamento europeo», avrebbe – di concerto con Paolucci – invitato i presenti a votare per il candidato. Segue la specifica, e cioè «che questi li avrebbe agevolati nel settore dello smaltimento dei rifiuti durante la sua attività di parlamentare». Rizzo avrebbe detto che «sicuramente Massimo può essere un facilitatore anche dal punto di vista normativo, anche perché non chiederemo mai nient’altro a Massimo, per dal punto di vista normativo sicuramente può essere un facilitatore».
L’assessore avrebbe inoltre affermato «che l’operazione elettorale avrebbe agevolato lei a livello politico regionale». «Assolutamente supportiamo e siamo pronti ad uno scambio reciproco – è la frase riportata nel capo d’imputazione –. Laddove invece fosse possibile …. targare il nostro voto “Massimo Paolucci”, insomma questo per noi sarebbe la cosa migliore». Nell’occasione Rizzo avrebbe ottenuto «la promessa del voto da parte di Salvatore Mazzotta (legale rappresentante della Ecosystem, ndr) e dei dipendenti della sua società». Mazzotta, avrebbe anche invitato i presenti «tra cui soggetti impegnati nel settore dei rifiuti – Giuseppe Campisano di Ecologia e Servizi sas, Alessandro Vescio, rappresentante dei consorzi, e Alfonso Dattolo, che lo coadiuvava – a fare altrettanto». «Creare una sorta di barriera – sarebbero state le parole – perché poi chi si assomiglia si piglia, e quindi… ci proteggiamo, tra virgolette, gli uni dagli altri…». Mazzotta avrebbe messo «in risalto l’operato di Rizzo, artefice dell’operazione elettorale, indicata come persona vicina agli operatori dei rifiuti, in tal guisa alludendo al vantaggio per i promittenti il voto, che il rafforzamento della posizione di quest’ultima avrebbe recato loro al fine di essere favoriti nelle loro attività».
La scena si sarebbe riproposta durante un incontro con Gianni Vrenna, titolare della EWaste srl, e di quote minoritarie della Errò Scarl, di Sovreco e Salvaguardia ambientale. Sarebbe stato Gianni Greco a fare le presentazioni. Da un lato Paolucci, «nostro amico e parlamentare europeo, nostro punto di riferimento serio a livello europeo. Non è uno di quei parlamentari che fanno assenteismo». Dall’altro l’imprenditore, «amico nostro», che Rizzo indica come vicino, «rimarcando il sostegno che avrebbe assicurato in passato nelle varie elezioni». «Devo dire mi sono stati vicino dal primo giomo che mi sono candidata – dice l’assessore –. (…) E quindi tutte le candidature sia comunali, provinciali, regionali insomma mi sono sempre stati vicino, e per questo veramente li ringrazio sempre per tutto quello che hanno fatto, e so che sono delle persone sulle quali posso contare sempre, anche se i nostri incontri adesso sono sporadici perché con il ruolo che rivesto potrebbe sembrare che ci possa essere un piccolo interesse, ma non si sono mai permessi di chiedermi niente, e credo anch’io di non averlo mai fatto perché c’e veramente stima e amicizia reciproca».
Nessuna richiesta, dunque, soltanto quella di un appoggio elettorale che, secondo i magistrati, Vrenna sarebbe stato disponibile a offrire. È ancora Rizzo a sottolineare l’importanza dell’accordo e del bacino elettorale a disposizione «specificando che ii sostegno al candidato avrebbe avuto un ritorno per lei». «I suoi voti diventano i miei voti – spiega –, in modo di averli contati su tutto il territorio in cui sai… sul quale i nemici non mancano, quindi… e… anche per il prosieguo a me serve identificanrmi con i voti di Massimo». (p.petrasso@corrierecal.it)
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