CATANZARO Una «strategia capillare», con il monitoraggio «in maniera certosina e militare» delle intenzioni di voto e il controllo di appalti, assunzioni e nomine. L’accordo di potere che secondo la Dda di Catanzaro a Crotone ruotava attorno alla figura di Enzo Sculco si sostanziava anche nella pesante infiltrazione degli enti territoriali, tra cui la Provincia. Gli investigatori la definiscono «penetrazione», una penetrazione che si sarebbe concretizzata in diversi modi e in meccanismi, le cui fila – emerge dall’ordinanza del gip che oggi ha disposto una quaratina di arresti – erano detenute da Sculco. E così si va dal condizionamento del voto del 2017 «attraverso un accordo promosso da Sculco Vincenzo con Iannone Ernesto e Foresta Armando, rispettivamente consigliere comunale e sindaco di Mesoraca, per fare eleggere Parrilla Nicodemo, facendo apparentare i cirotani con i mesorachesi e controllando lo Sculco capillarmente le operazioni elettorali», al «condizionamento degli appalti pubblici, attraverso affidamenti a imprese gradite a Sculco, assicurati – si legge sempre nell’ordinanza – da Benincasa Francesco Mario, dirigente del settore Viabilità e Mobilità della Provincia (persona vicina a Sculco) in favore della impresa Coiv di Rachieli Salvatore che avrebbe appoggiato Sculco Flora per le elezioni regionali».
Dell’accordo di potere Sculco è il regista, evidenziano gli investigatori. «Risulta provato – riporta ancora l’ordinanza del Gip – che nelle consultazioni provinciali del 2017 il politico Enzo Sculco, pregiudicato, si è ingerito in maniera pesante per condizionare significativamente le competizioni elettorali de quibus. Egli infatti è risultato essere il centro decisionale di alleanze politiche volte a designare una figura a sé vicina, Parrilla Nicodemo, per poterne condizionare le scelte politico-amministrative di spettanza dell’ente territoriale crotonese. Per fare questo Sculco ha messo in atto una strategia capillare con la quale a) veniva deciso il nominativo del soggetto che doveva essere preposto alla guida della Provincia, b) venivano intessute le alleanze tra diverse fazioni, c) veniva monitorato in maniera certosina e militare il rispetto delle intenzioni di voto, d) venivano decise le scelte strategiche dell’operato della Provincia, dettando egli stesso le indicazioni al Parrilla una volta eletto».
«L’aspetto importante – prosegue il Gip – è poi dato dal fatto che Sculco, per fare questo, avrebbe messo d’accordo la componente politica cirotana con quella mesorachese. Inoltre le conversazioni captate all’indomani dell’operazione “Stige” permettono di dimostrare come fosse ben chiara a Sculco la caratura criminosa dei soggetti da lui appoggiati, posto che Parrilla, sindaco di Cirò Marina, proveniva da un contesto fortemente inquinato…». In qualità di partecipi e non di promotori ecco invece profilarsi il ruolo di Nicodemo Parrilla, sindaco di Cirò Marina, che secondo gli inquirenti «si rendeva disponibile con Sculco per farsi eleggere quale presidente Provincia nella tornata del 2017, mettendosi a disposizione del predetto per consentitegli il controllo sugli appalti e sulle nomine nell’ente territoriale» e di Giuseppe Germinara che «grazie all’interessamento di Sculco diventava, attraverso nomina fiduciaria, dirigente del VI settore Lavori publici del Comune di Crotone. mettendosi a totale disposizione del predetto per consentirgli in controllo sugli appalti e sulle nomine nell’ente territoriale».
Ma la «penetrazione della Provincia di Crotone» si sostanziava anche attraverso «la sollecitazione di nomine gradite a Sculco, quale – rileva l’ordinanza del Gip – «quella di Tesoriere Francesco (non indagato, ndr) al Nucleo di Valutazione, in data 14 aprile 2018, il quale nel gennaio 2019 avrebbe promesso il voto in favore di Sculco Flora e di Crugliano Pantisano Arturo, in un incarico dirigenziale, attraverso un accordo di matrice elettorale tra il giugno 2019 e il gennaio 2020». Per quanto riguarda la nomina di Francesco Tesoriere, figlio di Ottavio, esponente politico di lungo corso del Crotonese, secondo gli inquirenti l’obiettivo di Sculco era «anche in questo caso un ritorno in chiave elettorale (“L’ho fatto entrare nell’Oiv ora della Provincia… che cazzo va cercando… e una cinquantina di voti ho potuto prendere io…”)». E inoltre per gli inquirenti «il fertile terreno di procacciamento di voti è costituito dalle ambizioni e dalle pretese di Crugliano Pantisano Arturo, funzionario provinciale ed esponente di spicco del Pd, che si rivolge a Sculco rivendicando una nomina dirigenziale e alla Provincia di Crotone e che infine, anche per effetto di alcune problematiche spartitorie, otterrà la nomina a capo di gabinetto del medesimo organo». (c. a.)
x
x