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La telefonata di Munno a Manna. «Chiama all’avvocato per parlare con la moglie di uno in galera che comanda i voti a Rende»

Intercettati, i due parlano di un soggetto detenuto e di un possibile «bacino di voti, a poche ore dalla tornata elettorale» del 2019

Pubblicato il: 28/06/2023 – 12:37
La telefonata di Munno a Manna. «Chiama all’avvocato per parlare con la moglie di uno in galera che comanda i voti a Rende»

COSENZA Un dialogo giudicato di «interesse investigativo» registrato fra Marcello Manna (sindaco sospeso di Rende) e Pino Munno (ex assessore rendese). I due parlano 24 ore prima del turno di ballottaggio per le elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale del Comune di Rende del 9 giugno 2019. La sera dell’8 giugno, i due interlocutori – dopo aver consumato un aperitivo – lasciano il locale. E’ Munno a tirare fuori l’argomento legato al possibile «bacino di voti, a poche ore dalla tornata elettorale, facente capo ad una persona che, in quel momento storico, era detenuta – che sarebbe stato opportuno veicolare per la loro causa, attesa l’appartenenza alla medesima coalizione elettorale». Nella nota informativa integrativa redatta dal reparto operativo-Nucleo investigativo dei Carabinieri di Cosenza (acquisita nel procedimento “Reset”) che contiene il resoconto dell’attività di riascolto delle intercettazioni sarebbe emerso «un ulteriore ed unico aspetto che, ancora una volta, ha valorizzato le tesi fin qui enunciate, ovvero le ingerenze criminali nelle competizioni elettorali amministrative del Comune di Rende». Il dialogo è stato captato nell’inchiesta Genesi della Procura di Salerno, procedimento che ha visto la condanna del sindaco sospeso di Rende assieme a quella dell’ex giudice Marco Petrini.

La telefonata Manna-Munno

Pino Munno avrebbe, dunque, prospettato al futuro sindaco rendese la possibilità di raccogliere voti a poche ore dall’apertura delle urne. Come? «Qualcuno avrebbe dovuto avvicinare la moglie del detenuto e, dunque, dare il via all’operazione». Quel qualcuno, per come indicato da Munno, doveva essere un avvocato penalista del Foro di Cosenza. L’ex assessore ne parla con Marcello Manna: «…Allora questo è venuto a portarmelo (…) se tu potessi chiamare all’avvocato (…) per parlare con la moglie di uno che è in galera… che dice che comanda un sacco di voti a Rende!…». Il sindaco, alla richiesta del proprio interlocutore, replica: «…Non glielo posso dire per telefono!…». Munno insiste: «…e un attimo non ti ci puoi vedere con questo?…»,e l’interlocutore risponde: «…Eh, adesso vedo se c’è… adesso vedo se c’è…». Manna esclude ogni conversazione telefonica e spiega le proprie ragioni al futuro assessore: «Sei “inciotato” Pinù……..Tutti! Siamo pieni, siamo pieni come un uovo… pieni! Pieni come un uovo!» e Munno: Ma tutti… tutti!?».
Chi indaga ritiene le preoccupazioni di Manna rivolte ai “pericoli” connessi alle attività tecniche di intercettazione che, in quel momento storico, ha dato per scontato essere state estese a lui ed a tutto il suo entourage. Munno prova accenna una risposta per tranquillizzare il suo interlocutore. «…Noi la stiamo facendo pulita, né promesse, né ricatti, né soldi… è chiaro che la telefonata agli amici l’abbiamo fatta… il whats… il whatsapp…». E’ lo stesso primo cittadino poi a spiegare che nulla vietava di effettuare una telefonata «…ma la telefonata non è vietata la telefonata… eh …», concetto ripreso da Munno: «… Cioè non è che noi abbiamo detto “oh ti raccomando che se non mi dai il voto poi io”…assolutamente! Ti prego!…». Alla fine della telefonata, secondo quanto raccolto da chi effettua le indagini, Manna avrebbe rassicurato il suo interlocutore promettendo di interessare «un’altra persona al fine di interloquire con la compagna dell’imputato». (f. b.)

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