CATANZARO «… un gruppo criminale scientemente dedito alla commissione di reati in danno della pubblica amministrazione…». Parole dure del gip Antonio Battaglia in seguito alla lettura delle risultanze dell’indagine “Glicine/Acheronte” che mette in evidenza le invadenti ingerenze di un gruppo politico/dirigenziale all’interno della pubblica amministrazione. Non fa eccezione la sanità, dove le nomine vengono pilotate da Vincenzo Sculco e dai suoi uomini più vicini come Giancarlo Devona, segretario particolare dell’ex presidente della regione Mario Oliverio, e dallo stesso ex governatore. E per chi è scomodo si trova sempre la chiave per una rapida rimozione.
Ma all’interno dell’Asp di Crotone, il gruppo di Sculco non gestisce solo le nomine, si arriva persino a interessarsi alla selezione degli operatori tecnici riservata ai soggetti disabili. Anche questo settore diventa cruciale argomento di trattative politiche.
L’Asp di Crotone aveva bandito la selezione per otto operatori tecnici a tempo indeterminato, riservata a disabili iscritti nei centri per l’impiego. Tra i requisiti indicati nel bollettino ufficiale della regione Calabria del 6 aprile 2016, vi era l’avere uno stato di invalidità non inferiore al 67% ovvero il rientrare in categorie assimilate a quelle degli invalidi, specificamente indicate, in ordine alle quali non era necessaria una percentuale minima di invalidità. I vincitori sarebbero stati sottoposti a tirocinio per 24 mesi con rimborso forfettario di 500 euro e, in caso di superamento del periodo di prova, sarebbero stati immessi in ruolo organico dell’Asp. Il 18 aprile 2018 il direttore generale nominava la commissione per la individuazione di due operatori tecnici della categoria dei “portieri”. Il presidente della commissione era l’architetto Francesco Bennardo.
Già il 23 maggio 2018 i carabinieri intercettano un incontro tra Giancarlo Devona e Francesco Bennardo. «In quella circostanza – annotano gli inquirenti – Bennardo sollecitava Devona alla definizione dell’attività per la nomina» di una persona di suo interesse. Nel contempo Devona chiedeva notizie a Bennardo circa le prove scritte di selezione di personale». I due hanno bisogno di un favore reciproco. In termini tecnici i magistrati parlano di «legame sinallagmatico»: Bennardo ha bisogno di Devona per assegnare un lavoro e Devona ha bisogno di Bennardo per intervenire nella selezione del personale da assumere a tempo indeterminato tra le categorie protette.
Devona appare interessato in particolare all’assunzione della cognata di una persona a lui molto legata. «Devona – scrivono nella richiesta i magistrati Domenico Guarascio e Paolo Sirleo –, rispetto ai timori paventali dall’amico circa la possibilità che le irregolarità sarebbero emerse, rassicurava il proprio interlocutore. Sottolineava inoltre che Bennardo sarebbe stato collocato presso l’Asp da lui “apposta”, in quanto persona disponibile e tale da permettere l’ottenimento dei risultati da lui auspicati». L’amico, dal canto suo, chiedeva addirittura di interessare il presidente Oliverio. A questo punto il segretario di Oliverio dà una risposta inaspettata: «Perché Oliverio? L’imbroglione Oliverio!», per poi aggiungere «che le operazioni clientelari effettuate in regione presso gli enti ivi ubicati erano frullo della sua volontà». Il 26 settembre Devona incontra Curatola e gli chiede la copia dell’elenco dei soggetti disabili per la selezione di portiere, perché doveva vederla Sculco. Poi rassicura l’amico del fatto «che la nomina della cognata sarebbe stata cosa certa» perché il giorno prima ne aveva parlato col direttore generale.
Non solo. Devona mette a conoscenza del suo interlocutore il contenuto di un incontro del 21 settembre nel corso del quale Vincenzo Sculco intendeva controllare l’Asp di Crotone. E proprio Sculco avrebbe consegnato il foglio con l’elenco dei nominativi al presidente Oliverio, stando alle parole di Devona». In quella circostanza l’amico manifestava tutto il suo entusiasmo, «al punto di rendersi disponibile per candidarsi per Sculco facendo da collettore di voti per la lista di questo ultimo».
Nel corso di quella giornata Devona incontra lo stesso Vincenzo Sculco. «I due ammettevano candidamente che diversi posti erano già stati accaparrati da parenti di soggetti che evidentemente avevano fatto pressioni». Quindi si faceva allusione all’assunzione della cognata del “protetto” di Devona. «In quella circostanza, Sculco aggiungeva oltre al nominativo di questa persona anche un altro soggetto che doveva essere immesso nella lista al posto di altra persona».
La polizia giudiziaria ha appurato che, a partire dal 16 febbraio 2019, la cognata di dell’amico di Devona era stata assunta dall’Asp di Crotone. La donna risultava essere coniugata, titolare di un mutuo del valore di 650 euro mensili, e percipiente emolumenti per invalidità civile. Per cui tutto risulta riscontrato.
Su questa vicenda non è stato formulato un capo di imputazione. «La mancanza di elementi più pregnanti che permettano di stabilire nel concreto il quomodo degli interventi per assumere i soggetti non consente di elevare specifiche ipotesi di accusa», scrivono i magistrati. Ma questo basta alla Dda di Catanzaro per sottolineare «come forte fosse l’influenza di Sculco, Devona, Oliverio per assunzioni clientelari presso enti pubblici qual era l’Asp. E ancor di più risalta la indefettibilità, rispetto ai propositi criminosi degli indagali, della preposizione di figure chiave negli enti territoriali per pilotare concorsi, assunzioni e appalti». (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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