SELLIA MARINA Nella giornata del 21 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sellia Marina hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal gip presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di un uomo di Sellia Marina, sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai delitti di usura aggravata in concorso e tentata estorsione in concorso, entrambi aggravati dal metodo mafioso.
Il provvedimento, scaturisce dalle indagini, svolte dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sellia Marina, mediante l’analisi di tabulati telefonici, la captazione di intercettazioni telefoniche e ambientali e la ricerca dei relativi riscontri, che avrebbero consentito di ricostruire una condotta usuraia per due prestiti concessi alle vittime con tassi d’interesse applicati del 300% su base annua. All’indagato viene contestata l’aggravante di essersi avvalso della forza intimidatrice derivante dall’asserito vincolo associativo a famiglie appartenenti alla criminalità organizzata.
Gli esiti delle indagini, accolti nella ordinanza cautelare, hanno consentito di ricostruire la vicenda (nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa). Due coniugi sarebbero stati soggetti a usura dal novembre 2021, momento in cui, versando in difficoltà economiche, erano stati costretti a ricorrere a canali di credito abusivi per l’impossibilità di ottenere prestiti regolari dagli istituti bancari.
Da quel momento, a fronte di un primo prestito di 1000 euro, i coniugi avevano dovuto pagare 250 euro mensili a titolo di soli interessi, oltre al pagamento della somma prestata, per un totale di 3250 euro restituiti.
Nel settembre 2022 le vittime erano ricorse a un secondo prestito di 4000 euro, che prevedeva invece il pagamento di una rata mensile pari a 1200 euro e il pagamento di 100 euro per ogni giorno di ritardo. Quando la coppia non era più riuscita a onorare le rate pattuite, erano iniziate le pressioni e le condotte minatorie da parte dell’indagato, che, per dare maggiore forza alle proprie minacce, aveva più volte rappresentato alle vittime che il denaro apparteneva a membri di una delle cosche di ‘ndrangheta radicata nel territorio di Cutro, paventando il pericolo di vita, se non avessero ricevuto il pagamento del debito. Il 3 gennaio 2023, le minacce sono degenerate in una violenta aggressione fisica da parte dell’indagati nei confronti degli usurati.
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