Ultimo aggiornamento alle 13:57
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

l’appello

Bombardieri: «Abbiamo il dovere di stare vicino a chi denuncia la ‘Ndrangheta» – VIDEO

Il procuratore di Reggio Calabria: «Non ci sono altre strade per gli imprenditori. Insieme si diventa un martello contro le cosche»

Pubblicato il: 30/06/2023 – 17:07
Bombardieri: «Abbiamo il dovere di stare vicino a chi denuncia la ‘Ndrangheta» – VIDEO

REGGIO CALABRIA «Chi denuncia non deve essere lasciato solo. Oggi chi denuncia percepisce ancora di più la vicinanza delle istituzioni. Da soli si diventa un’incudine in cui la ‘ndrangheta batte come un martello, ma in tanti si diventa un martello che batte contro la ‘ndrangheta». Ad affermarlo è stato il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri intervenuto oggi all’assemblea nazionale delle associazioni antiracket aderenti alla Fai.

«La denuncia è difficile ma non ci sono altre strade»

«La denuncia è un percorso difficile – ha spiegato il magistrato -. Non bisogna banalizzare perché è un percorso lungo ma non c’è altra scelta: chi vuole fare l’imprenditore non può seguire altre strade altrimenti finisce per essere cannibalizzato, elemento di un sistema di soprusi, di arroganza, di economia illegale che inquina l’economia legale. L’imprenditore che inizia a pagare a un certo punto diventa elemento di sostegno di chi lo costringe a pagare. Un negozio che, in un territorio, paga la ‘ndrangheta sa che in quel territorio altri imprenditori dello stesso ramo commerciale non apriranno le loro attività. E così inquina la concorrenza e l’economia. L’imprenditore che denuncia non deve essere tutelato solo dalla magistratura e dalle forze dell’ordine, che pure lo fanno, ma deve esserlo anche dalla società civile».

«Abbiamo il dovere di stare vicino a chi denuncia»

«L’errore più grosso che può fare la società civile – ha detto ancora Bombardieri – è quello di lasciare da solo l’imprenditore che denuncia. Non tutti abbiamo il coraggio di denunciare, ma tutti abbiamo il dovere di stare vicino a chi denuncia. Non può essere considerato un rischio chi contrasta l’economia illegale. È lì che lo Stato deve intervenire creando dei meccanismi di tutela della rete commerciale di chi denuncia ed è importante. Lo Stato fa tanto ma è necessario fare qualcosa di più per dare a chi denuncia la sicurezza che non è da solo. Non è possibile che io per aprire un’attività commerciale a Reggio Calabria devo chiedere il permesso non al Comune o alle istituzioni ma al boss di quel territorio. Questa non è libertà. Non esiste un’imprenditoria sana, esiste l’imprenditoria ed è quella legale. Non ci sono altri concetti di imprenditoria. Non è possibile che per pochi ‘ndranghetisti questo territorio rimanga nel sottosviluppo economico e sociale». «Oggi – ha concluso Bombardieri – questo è un momento che ci fa ben sperare. La Fai ci lascia sperare che ci possano essere tanti imprenditori che si rendono conto che c’è una sola strada, quella di denunciare». (Ansa)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x