COSENZA Il day after è denso di contenuti. Accantonati i veleni e polemiche precedenti l’elezione della nuova presidente di Anci Calabria, Rosaria Succurro, unica candidata in corsa dopo la decisione delle parti di non favorire un nome di superamento come auspicato dai sindaci di centrosinistra e da qualche primo cittadino di centrodestra, la sindaca di San Giovanni in Fiore e presidente della Provincia di Cosenza ottiene 124 voti a favore e diventa nuova guida dell’associazione dei comuni calabresi. A margine della lunga giornata trascorsa in un hotel di Lamezia Terme, riempita da interventi, affondi e tentativi di sabotare un risultato apparso sempre scontato, si pensa al futuro impegno di Anci, con i primi cittadini desiderosi di dibattere di futuri impegni e dei temi di strettissima attualità che meritano attenzione e approfondimento. Dal Pnrr, all’autonomia differenziata, passando per le difficoltà di gestione dettate dagli organici risicati. Un’analisi condivisa anche dai primi cittadini Lucio Di Gioia, sindaco di Cerisano e Alessandro Porco, sindaco di Aprigliano.
«Penso che Anci non abbia casacche politiche, è importante avere questa figura di raccordo perché affronteremo tematiche importanti come l’autonomia differenziata, Arrical e tutto le questioni poste dal governo alle regioni per le quali Anci dovrà dire la sua», sottolinea Porco. Che aggiunge: «Auspico che la figura della presidente Succurro possa essere da garanzia per tutti e auspico che Anci non indossi una pettorina politica, ma sia presente e vicina ai sindaci espressione di tutti i territori della Regione». Secondo il primo cittadino di Aprigliano è prioritario affrontare anche un altro tema caro alle amministrazioni comunali calabresi: la mancanza di personale. «Immagino un grande piano di lavoro per il Sud, per il Mezzogiorno, inserendo nei nostri municipi figure specializzate. Il Pnrr ha dato una mano da questo punto di vista, ma non è sufficiente. Abbiamo bisogno di stabilità, abbiamo bisogno di professionalità all’interno delle pubbliche amministrazioni. E quindi immagino che una proposta possa essere proprio questa: un grande piano del lavoro per il Mezzogiorno d’Italia», chiosa Porco.
Sulla stessa linea del primo cittadino apriglianese, il suo omologo di Cerisano Di Gioia. «Noi sindaci abbiamo bisogno di ritrovare unità e compattezza e soprattutto dobbiamo parlare quanto più possibile con una sola voce per farci ascoltare nei luoghi deputati e ovviamente la nostra rappresentanza è fondamentale oggi più che mai visti i temi di attualità», sostiene il primo cittadino. Oltre all’autonomia differenziata vi sono argomenti che interessano da vicino le amministrazioni dei centri più piccoli come «la fusione dei comuni». Per quanto concerne il sostegno ai sindaci da parte di Anci, Di Gioia cita l’esempio virtuoso di Anci Emilia Romagna. «Ha dato una grande mano ai sindaci dei piccoli comuni durante l’alluvione offrendo supporto operativo e concreto e allora anche qui, noi calabresi, dobbiamo comprendere che queste associazioni non sono centri di potere ma luoghi dove organizzarci e costruire percorsi sinergici nell’interesse delle nostre comunità».
(redazione@corrierecal.it)
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