REGGIO CALABRIA Un operaio edile rumeno è morto oggi a Rosarno, nel Reggino, dopo essere caduto da un’impalcatura. L’uomo, secondo quanto si apprende, lavorava alla ristrutturazione di un immobile. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri.
«Ancora un incidente sul lavoro. Ancora una vittima in Calabria. Esprimendo la massima vicinanza alla famiglia dell’operaio deceduto, nel chiedere che forze dell’ordine e magistratura accertino ogni eventuale responsabilità, non possiamo esimerci dal segnalare la necessità del massimo rispetto delle norme di sicurezza che informano il corretto svolgimento dell’attività professionale». Lo ha detto Maria Elena Senese, segretario generale della Feneal Uil Calabria. «Continuiamo a ripeterlo, – aggiunge – e vorremmo non doverlo fare più, per fermare questa emorragia è necessario il massimo impegno della politica, delle parti sociali e imprenditoriali. La politica, però, è poco attenta alle questioni del lavoro e della sicurezza: ci sono 1.200 morti ogni anno, in Calabria in questi ultimi mesi il numero si è amplificato drammaticamente, e noi chiediamo che ci si ponga l’obiettivo di zero morti sul lavoro. Obiettivo che, in splendida solitudine, abbiamo lanciato con la nostra campagna avviata in piena emergenza da pandemia Covid. Questo è il nostro impegno: continuiamo a rivendicare misure utili per cancellare questa tragedia. Tutto ciò – dice la sindacalista – nella convinzione che il tema della sicurezza sul lavoro deve innanzitutto diventare culturale. È necessario aumentare le ispezioni, intervenire sulla sicurezza – anche parlandone nelle scuole – e sulla precarietà».
«La strage dei morti sul lavoro continua senza sosta. Le parole non più servono. Un altro padre di famiglia oggi ha Rosarno è morto mentre lavorava per portare un pezzo di pane ai propri familiari. Come Fillea Cgil città Metropolitana e Fillea Calabria esprimiamo la nostra vicinanza, la nostra solidarietà e le nostre più sentite condoglianze. Nel chiedere che le forze dell’ordine e la magistratura accertino ogni eventuale responsabilità, non possiamo esimerci dal segnalare la necessità del massimo rispetto delle norme di sicurezza perché non si può perdere la vita lavorando. Come Fillea continuiamo a ripeterlo, e vorremmo non farlo più, per fermare questa strage è necessario il massimo impegno della politica, delle parti sociali, e imprenditoriali. Serve consapevolezza da parte di tutti, impegno da parte delle imprese e formazione di tutti i lavoratori. Dobbiamo debellare le cause degli infortuni sul lavoro e fare in modo che tutti non allentino la loro attenzione su questa priorità. Nessuno può far finta di niente e girarsi dall’altra parte. Non si può continuare a rimanere inerme davanti a queste tragedie quotidiane. Ci sono 1200 morti ogni anno, in Calabria in questi ultimi mesi il numero si è amplificato drammaticamente. Servono più controlli, ma soprattutto servono nuove norme. L’introduzione dell’omicidio colposo sui luoghi di lavoro, la patente a punti per quelle imprese che rispettano le regole devono essere, e lo stiamo dicendo ormai fa troppo tempo, priorità di questo governo perché diversamente continueremo ad assistere a questa strage di lavoratori che p la mattina escono per andare a guadagnarsi un pezzo di pane e troppo spesso non fanno più ritorno a casa». Così in una nota Simone Celebre, segretario generale Fillea Cgil Calabria, ed Endrio Minervino, segretario generale Fillea Cgil area Metropolitana.
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