REGGIO CALABRIA «Vogliamo far percepire ai nostri colleghi imprenditori il segnale d’insieme. In questa azienda oggi ci sono da un lato tutte le maggiori istituzioni dello Stato, e dall’altro lato operatori economici che già hanno denunciato e lo hanno fatto in situazione di sicurezza senza sentire l’isolamento grazie alla condivisione delle associazioni antiracket». Lo ha detto il presidente onorario della Federazione antiracket italiana, Tano Grasso, a margine dell’incontro organizzato a Reggio Calabria dove, oltre ai vertici della magistratura reggina e delle forze dell’ordine, hanno partecipato la presidente della commissione parlamentare antimafia Chiara Colosimo e la sottosegretaria dell’Interno Wanda Ferro. «È un modello che noi offriamo – ha aggiunto Grasso – un messaggio che vogliamo veicolare, attraverso questa immagine che vede insieme istituzioni e imprenditori, a tutti gli altri colleghi, che è possibile denunciare anche a Reggio Calabria ed è possibile farlo grazie, da un lato alla credibilità delle istituzioni e dall’altro alla credibilità dell’associazione antiracket che è nata un anno fa».
Il presidente della Fai di Reggio Calabria Francesco Siclari si è detto «orgoglioso dei risultati che stiamo ottenendo. Quattro anni fa nessuno di noi poteva immaginare di trovarsi qua oggi, in un cantiere, con gli imprenditori e con gli operai e con tutti a discutere e confrontarci di come migliorare e di come affrontare questa gentaglia che continua, nonostante l’azione della magistratura, a dare segnali negativi. Mi auguro che questa gente marcisca in galera perché deve capire che il dispetto, il danno non l’avrebbe fatto solo a Herbert Catalano, ma a tutti gli operai che sono famiglie che lavorano con sacrificio e che collaborano con l’azienda. Loro oggi sono con noi e stanno dimostrando di fare una scelta di campo. Noi a Reggio vogliamo fare gli imprenditori. Lo sappiamo fare bene. Abbiamo sbagliato in passato, dobbiamo fare un mea culpa perché abbiamo accettato qualche compromesso ma adesso è finita. Molti imprenditori reggini hanno scelto da che parte stare e molti lo sceglieranno. Oggi siamo imprenditori liberi».
Durante l’assemblea è intervenuto anche Herbert Catalano, il titolare dell’impresa “Tecnoappalti Italia” che ha subito un’intimidazione lo scorso dicembre. «Ci siamo avvicinati alla Fai – ha detto – per la dignità e delle persone che collaborano con le nostre aziende. Ma affinché questo si possa concretizzare è necessario un percorso di preparazione che consenta la comprensione di cosa è lo Stato e di come si possono combattere le mafie. Io mi sono avvicinato grazie all’enorme contributo di Tano Grasso. Ho deciso di farne parte in modo attivo. La speranza e la perseveranza sono due condizioni essenziali per affrontare questo territorio con la convinzione che possiamo cambiarlo dando un futuro di civiltà e legalità ai nostri figli». (Ansa)
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