CATANZARO Il fuoco sotto la cenere nel centrodestra. La partita della presidenza dell’Anci, con Fratelli d’Italia che si è astenuta sulla candidatura di Rosaria Succurro e Forza Italia che invece ha mostrato i muscoli ed è andata dritta per far eleggere il sindaco di San Giovanni in Fiore (e presidente della provincia di Cosenza), secondo molti analisti fa emergere alcune tensioni che nella coalizione evidentemente covavano da mesi. Le elezioni politiche dello scorso settembre hanno di fatto alterato gli equilibri a tutti i livelli e alcuni effetti, che fino a qualche tempo fa erano molto superficiali, ora si stanno manifestando con maggiore evidenza nei territori, a partire dalla Calabria. In più, l’orizzonte piuttosto incerto che si profila per Forza Italia dopo la scomparsa del leader – e mediatore/calmieratore – Berlusconi è un altro elemento che rende il quadro del centrodestra, anche in Calabria, meno granitico rispetto al passato e ora parecchio fibrillante, soprattutto in vista di alcuni appuntamenti del 2024 che sono vero e propri “stress test”: le Europee e il “tagliando” di metà legislatura alla Regione Calabria, che sono due partite intimamente intrecciate, e nell’intreccio molti analisti vedono al centro proprio la figura dello stesso Occhiuto, che negli ultimi giorni è il protagonista di voci sempre più ricorrenti su una sua possibile candidatura alle Europee, voci che stanno creando più di una preoccupazione nella coalizione, nella quale in tanti leggono in questa direzione tanti segnali come la recente elezione di Occhiuto alla presidenza della Commissione Intermediterranea con tanto di “sigillo” del coordinatore di Forza Italia e attuale plenipotenziario azzurro Antonio Tajani (che secondo i principali organi di informazione nazionale ha la necessità di affidarsi ai big come Occhiuto per tenere Fi ancora sul pezzo).
Nel complesso le “grandi manovre” comunque sembrano già avviate, come avrebbe evidenziato la vicenda dell’Anci, che ha comunque svelato un vulnus tra Forza Italia e Fratelli d’Italia. Le avvisaglie in realtà – sostengono i “bene informati” – c’erano già da alcuni giorni, con parecchi mugugni che trapelavano da settori di FdI, mugugni su due fronti: il primo contrario all’atteggiamento definito “pigliatutto” di Forza Italia e il secondo contrario a un presunto sbilanciamento, ritenuto eccessivo, del baricentro politico e della coalizione verso Cosenza. E l’altro giorno quella che era una insofferenza dei meloniani ha rotto argini e indugi, arrivando al fondo di una serie di passaggi che – secondo fonti del centrodestra – testimonierebbero un rapporto meno liscio e meno sereno con gli alleati alla Regione e anche con il presidente. Non è un mistero che nella rivisitazione in Giunta dopo le Politiche che hanno portato al Parlamento alcuni assessori come Fausto Orsomarso Fratelli d’Italia ha ceduto qualcosa in termini di “peso” politico: in tanti poi ricordano alcune divergenze nei mesi precedenti tra lo stesso Orsomarso e Occhiuto, che ha poi trattenuto per sé la delega al turismo che era di Orsomarso. Poi altre “incomprensioni” tra FdI e Fratelli d’Italia, su temi apparentemente secondari ma comunque significativi di un diverso “sentiment” tra loro: a esempio, sulla nomina del presidente della Commissione regionale Pari opportunità (andata a FdI dopo che inizialmente la scelta era ricaduta su una dirigenze di Forza Italia), o i dubbi di Fratelli d’Italia sulla nuova normativa in tema di fusione dei Comuni (sullo sfondo c’è il disegno della “Grande Cosenza”). Ora quest’ultimo “vulnus” sulla presidenza dell’Anci «Siamo il primo partito in Italia», ha scritto il coordinamento regionale di Fratelli d’Italia, facendo chiaramente intendere che ora le cose sono cambiate, almeno per loro. Ma ciononostante Forza Italia ha tenuto il punto, facendo scudo sulla Succurro, che è rimasta in campo e alla fine è stata eletta, premiando la tigna degli azzurri e sterilizzando la mossa di Fratelli d’Italia, che probabilmente puntava al ritiro della candidatura del primo cittadino sangiovannese vista la mancata unanimità sul suo nome. Questo è un dato politico da considerare. Certo, probabilmente si può discutere sull’opportunità di utilizzare l’Anci, che dovrebbe essere un organismo abbastanza neutro, come un ring politico, ma questo comunque è un altro discorso. Per il 2024 ancora c’è tempo ma è evidente che la febbre sta iniziando a salire nel centrodestra. E un primo test si avrà a breve, con la ripresa dell’attività in Consiglio regionale copio una decina di giorni di pausa. In agenda ci sono alcune commissioni giovedì, soprattutto c’è la prima Commissione, Affari istituzionali, e all’ordine del giorno c’è il disegno di legge firmato dai consiglieri regionali di centrodestra del Cosentino per la fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero. Il tema delle fusioni dei Comuni – come detto – è già stato teatro di fibrillazioni nella maggioranza, con Fratelli d’Italia che si era disallineata in aula sulla norma della Omnibus che prepara la strada al testo sulla “Grande Cosenza”, ma secondo fonti della coalizione quello strappo è stato ricucito. Ma intanto c’è stata la vicenda Anci, e in prospettiva ci sono Europee e quant’altro. E allora tutto può ancora succedere. (c. a.)
x
x